mercoledì 24 settembre 2014

Storie di occhi, pelo nero e tanto amore..

C'era una volta un signore con gli occhi dolci e un po' tristi che amava tanto un cane nero, grosso, un po' solitario e scorbutico. C'era una volta una signora bionda, con gli occhi birichini e tanto amore per gli animali... Un giorno il cane nero mori' e il signore dagli occhi dolci disse basta, niente piu' cani, ho sofferto troppo. Ma la signora con gli occhi birichini lo convinse a fare un giro in una cascina tutta rosa.
La signora con gli occhi birichini, con il suo passo ancora un po' zoppicante dopo l'ictus, lo convinse a guardare dentro al cuore e dentro agli occhi di tanti cagnolini..
Dopo tanto pensare e girare e dire "ma no.." Guardarono due occhi ridenti coperti da ciuffi arruffati di pelo nero.
Tanti anni in canile non avevano spento quella piccola fiamma.. Avevano addormentato la voce e arruffato sempre di piu' il pelo ma gli occhi birichini avevano visto la luce brillare sotto il pelo arruffato.
Un nome buffo, quello del draghetto dei cartoni degli anni settanta, una forma a siluro, quattro gambette un po' tozze e un muso unico...
A casa del signore con gli occhi dolci e della signora con gli occhi birichini la voce si risveglio' e lui inizio a parlare.. Abbaiava per le carezze, abbaiava per le passeggiate, abbaiava per la pappa, abbaiava per dire al mondo che era felice... Tirava e correva con il signore dagli occhi dolcie e camminava piano piano con la signora dagli occhi birichini ma le gambe ancora un po' malferme..
Il tempo passo'  tra passeggiate continue, pappe, biscotti, carezze ininterrotte e pian piano la signora dagli occhi birichini inizio a non stare bene. Allora come un piccolo guardiano si apposto' davanti alla sua camera e abbaio' per chiamare aiuto..
Poi il signore dagli occhi dolci rimase solo e il cane con il nome da draghetto inizio' a occuparsi solo di lui.. Lo impegno'  ogni istante reclamando coccole, carezze pappe e passeggiate e senza lasciarlo mai solo..
Il signore dagli occhi dolci faceva tante cose necessarie, andava al cimitero, andava su e giu da Milano per andare a trovare la figlia che non stava bene, affrontava esami e controlli per donare alla figlia il midollo, ma tornava sempre appena possibile dal cane con gli occhi ridenti.
Questo cane aveva una missione: prima far felice la signora dagli occhi birichini e poi non lasciare mai solo il signore dagli occhi dolci e accompagnarlo attraverso quegli difficili.
Oggi quel piccolo orso nero e peloso con i suoi occhietti ridenti e le orecchie storte ha finito il suo compito. Il signore con gli occhi dolci e tristi pian piano ha accettato tante cose, la sua bambina sta meglio e ha accompagnato il suo compagno peloso verso le nuvole e il cielo.
Ciao piccolo Grisu.. Grazie per esserci stato e aver abbaiato ogni volta che telefonavo a casa, raccolto foglie ad agni tuo passaggio sotto il viale come se fossi fatto di velcro, impedito ad Athos di mettere piede in casa tua e convissuto con la Lillina dividendo il divano e litigando per la poltrona...

lunedì 15 settembre 2014

Uff. Ciao Gabriele

Da tanti mesi non leggevo i suoi post.. In macchina, guardando un ragazzo sullo skate al parco, nei momenti piu' impensati pensavo a Gabriele, un amico sconosciuto che aveva un blog molto bello, con un titolo importante : per consegnare alla morte una goccia di splendore...
Questa sera sono tornata a casa ed ecco di nuovo il pensiero a lui. Come stara'? Quella speranza di trovare tanti post sulle sue disavventure ma la solita voglia di fare, ridere e divertirsi.
La prima doccia fredda (vera, sofferta, con quel senso di freddo e di colpa per non esserci stata di più) arriva   dal post scritto dalla sua mamma ad aprile. Gabriele non era piu' in grado di muovere le mani, le gambe, vedeva tutto sfocato e si nutriva con il sondino. Mi ha colpito la frase della mamma: scrivo io perche' la situazione di Gabriele e' un pochino peggiorata.. Gli occhi di chi ti ama non vogliono accettare che il tuo corpo se ne sta andando..
E poi i post delle altre blogger, il 7 agosto, che lo salutavano.
Io sono arrivata solo oggi.
Ti sei ammalato a sedici anni, te ne sei andato a venti e nel mezzo un milione di sogni da adolescente. Chissa' cosa avresti detto di questi filmetti sugli adolescenti con il cancro. Se a me, cinica quarantenne, hanno strappato un mezzo sorriso per la finzione degli stati d'animo e, soprattutto, degli stati fisici, tu, che adolescente lo eri per davvero avresti pianto, riso o urlato?
Mi dispiace, mi dispiace tanto e non c'e' molto altro da dire. Ogni volta che manca qualcuno la mia voglia di credere nell'aldilà si rafforza. Non posso accettare dentro di me il nulla che altrimenti questo rappresenterebbe. Spero di vederti volare un giorno con i tuoi capelli lunghi e quella faccia un po' buffa come ti ho visto nel video degli elio "nuvole di ossigeno". Buon viaggio Gabriele.

Una riflessione: tanti come lui muoiono ogni giorno ma, come sempre se a mancare e' un amico, il dolore che si prova ha un nome e un intensita' diversa. Ma molti mi diranno che per me Gabriele era uno sconosciuto.. Ed invece no. Questo e' il magico potere dei blog. I loro autori diventano passo dopo passo degli amici, senza un volto e fisicita', ma degli amici con cui condividi i pensieri piu' profondi ed intimi...
Ciao Wide, ciao Gabriele

sabato 13 settembre 2014

L 'amore a novantaquattro anni

Dopo una settimana intensa tra lavoro un po' oltre il solito part time e giornata di prelievo del midollo , risonanza magnetica e esamini vari e' arrivato il week end in campagna.
E, come spesso il sabato a pranzo, eccoci alla piola,  trattoria di paese senza alcuna pretesa ma sempre una garanzia di cucina di casa nei momenti di pigrizia.
A fianco al nostro tavolo, belli dritti sulle loro sedie c'erano due signori anziani, gia' visti in altre occasioni, ma oggi desiderosi di raccontarsi.
Novantaquattro lui, novantaquattro e cinque giorni in piu' lei, insieme dal. 1946, soddisfatti del loro pranzetto fuori.
Una vita, veramente una vita di racconti, esperienze, piccoli episodi vissuti tutti nello stesso paesino, sacrifici e doppi lavori per crescere la famiglia e passioni coltivate per cinquant'anni. Lui ancora oggi intaglia il legno e ne fa dei quadri di paesaggi della sua campagna.. Non riesce piu' a fare altri lavori piu' pesanti ma va bene cosi'.
La vita per loro sembra un quotidiano che scorre, senza troppo pensare e apprezzando di esserci e di esserci insieme.
E poi penso a noi, alla nostra generazione di storie brevi, di interruzioni, di fughe, di lamentii continui per cio' che non funziona in noi, nell'altro, negli amici, nel lavoro, nella societa'..
Loro fanno scorrere il tempo, godono di piccoli passatempi, di un piatto di tagliatelle ai funghi in trattoria, del sorriso della cameriera, del pensiero dei bisnipoti, di due chiacchiere con i vicini di tavolo e poco piu'...
Non credo che sia stato tutto bello, tutto facile, tutto felice ma son qui, dal 46, ancora insieme, senza troppo brontolare perche' in fondo e' naturale stare insieme anche quando l'altro magari e' un po' noioso... Hanno avuto la fortuna di passare tanti anni insieme e, pensando agli amici che oggi sono soli dopo pochi anni d'amore per colpa di una malattia, al mio papa' che vive ogni giorno l'assenza della mamma, a me e Max che tra alti e bassi, tosse e paure andiamo avanti e ci godiamo ogni gita in vespa, ogni aperitivo in campagna e ogni serata sul divano rivolgo un appello a chi non e' mai soddisfatto. Provateci, accettate quel che viene e accettate l'altro senza pensare che c'e' necessariamente di meglio (anche se ovviamente a volte si, sia chiaro) e scommettete su una vita cosi... Vecchi, rugosi, lucidi (che fortuna enorme) ancora con degli interessi, e piu' o meno in piedi...buona fortuna vecchietti!


sabato 6 settembre 2014

Colpa delle stelle....che dire..

Credo che la morte mi abbia toccato troppe volte per riuscire a farmi commuovere da un film di adolescenti con il cancro...
Il film e' carino, ben fatto, ma la malattia sembra cosi finta, artefatta... La storia e' dolce e romantica e io, al cinema da sola in un sabato pomeriggio, sembravo una tardona in mezzo a masse di adolescenti lacrimose...
La migliore di queste ad un certo punto si e' girata verso la compare e le ha detto: la prossima volta ascolti me e andiamo a vedere le winx... Che ste storie lacrimose sono una palla!
Sintomo del livello di sensibilita' dell'adolescente media.
Comunque ha anche ragione, in fondo. La malattia, l'accoppiamento super sfigato di lei con l'ossigeno e il fiatone (ogni immedesimazione e' puramente casuale - anche perche' in tutta questa tragedia polmonare non ha mai dato nemmeno un colpo di tosse!) e lui senza una gamba fa venire qualche brivido.
C'e' pero' una grande verita' in uno dei leit motif del film. La frase chiave del libro che unisce le avventure dei due protagonisti e' :" il dolore esige di essere vissuto". E mai frase e' stata piu' vera. Chi non lo vive non puo' capire, puo' solo sorridere e fare spallucce. E il dolore ha una scala di valore.. La protagonista ricorda quante volte le hanno chiesto in ospedale di dare un voto al dolore che stava vivendo. Anche a me e' successo mille volte. Lei, come me, non ha mai dato dieci.. Il dieci effettivamente si tiene per qualcosa che non e' fisico ma che tocca il cuore in modo cosi profondo da sopraffarti.
Comunque, polpettone sentimental canceroso a parte almeno sono andata al cinema, mi son strafogata di caramelle gommose e sono anche riuscita a tossire poco.. Ho recuperato a casa con qualche attacco di tosse e fiato corto degno delle mie migliori performance ma va bene cosi. Al cinema ho retto due ore con piccole colpetti poco fastidiosi per la comunità' minorenne che mi circondava.