venerdì 30 novembre 2012

Addio bella suite..

Mai abituarsi troppo bene ad una singola con frigobar, poltrona comoda e ampi spazi....
Siccome siamo ancora a novembre ci si doveva aspettare qualche scherzetto..
Ed eccoci di nuovo traslocati.
Da un punto di vista puramente terapeutico sembra di buon auspicio: sono stata spostata in area trapianti.. Camera nuova, abbastanza spaziosa in effetti e come compagna di stanza una mia coetanea delle Marche simpatica...
Pero' che trauma l'ennesimo trasloco.. Sono del segno del Toro, una personcina stanziale e che si lega all'ambiente ed ogni trasloco e' vissuto come uno strappo... Avevo appena iniziato a conoscere i dottori di la e gia' nuovo cambio..
E poi son passata dalla Norvegia (la suite singola aveva solo il piccolo difetto di essere decisamente freddina) al solito clima subtropicale dei reparti di ematologia...
Vabbe' un momento per riadattarsi al nuovo ambiente e ripartiamo di nuovo...

Chi e' giovane e chi vecchio....

Mia cognata oggi mi ha raccontato che il piccolo Stefano, cinque anni, in macchina si era addentrato sul concetto di giovane, vecchio... Mi fa sorridere pensare come tutto sia relativo, eta' anagrafica, stato mentale, stato fisico... Cristiana ha ovviamente cercato di ricondurre l'argomento su un profilo molto politically correct per cui giovani sono i ragazzi, anziani i nonni e lei sia non piu giovane ma nemmeno vecchia... (Anche per evitare a Stefanino domande imbarazzanti... Gia' si era spinto a chiedere " ma la zia Cri e' giovane vero?" )
Se fossi un bambino di cinque anni credo pero' che considerei vecchio gia' uno di trentanni... E praticamente senza eta quelli con i capelli bianchi... Almeno per me bambina era cosi.
Io in realta mi sento giovane, e sembrera' assurdo dirlo ma mi sento piu giovane adesso che lotto contro la leucemia di quanto mi sentissi anche solo due anni fa...
Credo questo dipenda dal fatto che verso i trentacinque/quarantanni puo' capitare di perdere un po' di entusiasmo, di pensare di aver gia' fatto molto, di sentire che quell'entusiasmo ingenuo che avevi a vent'anni e' scomparso e ti siedi sulla situazione, lavorativa, sentimentale, amicale...
Oggi invece sono piu che mai consapevole di quanto ancora vorrei fare, del fatto che (malattia a parte) non ci sono veri limiti a cio che voglio e posso realizzare (mentre prima tendevo a crearli mentalmente), di come io guardi alle cose con occhi freschi e puliti, senza quel velo di cinismo e distacco che da professionista milanese quasi sembra obbligatorio avere..
Se analizzo anche solo il linguaggio mi rendo conto di come mi capitasse di dirmi " bhe' non ho piu' l'eta' per questa cosa..." Ed ora non lo dico mai, nemmeno mi viene in mente...
Ci sono persone vecchie da sempre ed altre giovani fino alla morte..
La perdita di entusiasmo, la cancellazione dei sogni, l'incapacita di fare progetti anche folli e irrealizzabili, ti rende vecchio anche a vent'anni e viceversa giovane a novanta..
Sono pensieri banali, di cui leggiamo spesso sulle riviste ma non e' facile sentirseli veramente addosso e saper analizzare se siamo giovani o vecchi a prescindere dalle'eta' anagrafica...
In tanti cancer blog leggi la parola "sopravvissuta" o "lungovivente". Le trovo durissime ma purtroppo vere, chi ha la fortuna di uscire vivo da un esperienza come questa acquisisce uno status sociale e mentale diverso... E forse inizia veramente una nuova vita e di questa dovrebbe saperne sfruttare a pieno ogni potenzialita'...




giovedì 29 novembre 2012

Un condominio molto popoloso e non tanto ben frequentato....

Non avevo mai preso coscienza fino in fondo che il nostro corpo fosse una specie di condominio occupato da abusivi in cui una squadra di polizia cerca di tenere l'ordine... La maggior parte son delinquenti ma i poliziotti normalmente numerosi e ben addestrati...
La  situazione nel mio corpo e di chi vive la mia situazione e' pero' diversa... 
Nel mio caso i poliziotti sono pochi, un po' male in arnese, e fanno quindi molta fatica a controllare tutti i piani. E succede che uno dei delinquenti piu infidi e malvagi, dopo aver magari stazionato in un angolo buio per anni,  subdolamente riesca ad occupare un appartamento a livello dei bronchi e prolifichi...
Si chiama Aspergillus ed all'inizio lo sottovaluti, in fondo nel mio immaginario i funghetti sono cose carine tipo le case dei puffi, lui si accasa e si stabilisce al meglio. I poliziotti sono occupati su mille fronti, in fondo sono pochi e il territorio e' vasto..
Ora un farmaco deve riuscire a combatterlo e ricacciarlo nell'angoletto, altrimenti quando inizieranno i lavori di ristrutturazione e tutti i poliziotti saranno a casa, lui potra' spopolare e imbrattare tutti i muri..
Per cui adesso concentriamoci tutti per debellare questo infame abusivo occupatore di case altrui! 


mercoledì 28 novembre 2012

Giornate di attesa

Chi l'avrebbe mai detto che la mia lotta verso la guarigione sarebbe stata rallentata da dei funghi...
La febbre e' migliorata ma non se ne vuole andare, e questo fa cambiare i piani..
Per ora si aspetta e si vede cosa succede cercando di debellarla in ogni modo.  Diciamo che quasi sicuramente non faro' il doppio ciclo di chemio che, secondo loro, con questa chiamiamola "polmonite" ,avrebbe troppi rischi e quindi, cacciati a pedate i funghetti maledetti probabilmente procederemo direttamente al trapianto.
Vabbe', mi sono detta, e' vero che sarebbe stato meglio arrivare al trapianto "puliti", ma in fondo chi ci assicura che questo farmaco avrebbe funzionato? Insomma andiamo avanti tranquilli concentrati sui funghi e soprattutto a cacciarli... E pensare che mi mangerei un intero piatto di cappelle di porcini fritte e grigliate con una bella spolverata di prezzemolo....

Per il resto giornate tranquille, blog, chiacchere telefoniche e poi tra poco sara pronto il libretto di cucina che ho scritto e tramite la vendita del quale spero di raccogliere un po' di soldi per fare qualche bella iniziativa che migliori la qualita' della vita dei pazienti ematologici del policlinico, le mie amiche sono tutte mobilitate!
Cerco di pensare poco, sono ottimista e positiva e vado avanti con i miei progetti. E la cosa piu divertente e' che, con la scusa che son chiusa qui dentro, dirigo gli altri e li faccio lavorare...
Per cui quel povero angelo del mio maritino corre a destra e manca dietro ai miei capricci...


martedì 27 novembre 2012

Elucubrazioni sulla mortadella

Al San Raffaele ho riscoperto dopo anni la mortadella, e' l'unica alternativa al prosciutto cotto che, confesso, dopo un anno, inizio veramente a odiare.
Ovviamente qui l'abbinamento possibile e' semplicemente con il pane ma in realta' mi sono messa a riflettere (e vi direte non hai veramente nulla da fare) quante cosine buone e veloci si possono fare con una banale busta di mortadella affettata.

Crostini con mousse di mortadella e mostarda piccante

Frullare le fette di mortadella, mezzo philadelphia o poco più, un goccio di aceto balsamico. A piacere sale e pepe ma secondo me e' gia saporita. Affettare sottili dei pezzetti di mostarda di cremona (ad esempio la pera). Tostare una baguette tagliata a fette e spalmare la mousse.

Crocchette patate e mortadella

Lessare due patate e schiacciarle con lo schiacciapatate, unire due uova, una bella spolverata di parmigiano, noce moscata, un pizzico di pepe, e di sale unire la mortadella tritata e un po' di pan grattato. Mescolare bene.
Scaldare in un una padella olio abbondante, formare delle palline passarle velocemente nell'uovo sbattuto e nel pan grattato e friggerle velocemente.
Sono buonissime da intingere in una senape dolce...




Il rapporto paziente / cari (in senso molto allargato)

Il mio psichiatra preferito nonche' ritengo ormai quasi nuovo amico (Ma lo conquistero' definitivamente una volta invitato a cena in campagna) mi direbbe che questa e' materia loro, che e' complessa e piena di sfaccettature.
La riflessione mattuttina (ma non soffro di insonnia e' solo che ieri son crollata alle nove) mi viene proprio da una visita improvvisa di ieri. Un ragazzo conosciuto credo piu di quindici anni fa, che non vedevo da almeno dieci e che lavora al SanRaf mi e' passato a salutare in reparto (loro ovviamente non rispettano le regole parenti).
Mi sono chiesta come lo avesse saputo e scopro che lo ha saputo da un'amica che avevo visto credo l'ultima volta a marzo e poi sparita ma che evidentemente ha continuato a tenersi informata su di me tramite blog.
Ho quindi inziato a pensare al mondo di affetti che mi ruota intorno e come ognuno di loro gestisca in modo personale la relazione con me e le evoluzioni della mia storia.
C'e' Massimo su cui ogni parola sarebbe priva di sufficienza di valore: C'E' SEMPRE e MI PROTEGGE sempre
C'e' mio papa' che sta per fare l'atto piu importante, e che comunque e' il mio papa' e io la sua bambina per quanto cresciuta
C'e' il gruppo indissolubile, quelle amiche e amici che non mollano mai che, se anche sono terrorizzate di trovarti in un momento no, fanno un bel respiro e o vengono o telefonano (a seconda degli ospedali e delle disponibilita' di visita)
C'e' la famiglia di Max, che ha un ruolo importante, sono oggi un pezzo di famiglia che sento  a  tutti gli effetti mia ma in cui ognuno ha i suoi comportamenti, con Cri ed Ale si parla, con i bimbi si scherza ma poi so che dicono le preghierine per me, con la suocerina cerchi di tenerla tranquilla.
Ci sono i miei zii, sono lontani, hanno paura di sbagliare quando mi parlano e mi vogliono bene e basta, incondizionatamente.
C'e' il gruppo delle sostenitrici ad oltranza, amiche vecchie e nuove che, con il canale del blog, della mail e dell'sms fanno in modo di esserci e dare conforto.
Ci sono gli amici nuovi, quelli conosciuti in ospedale, con cui si e' creato un rapporto profondo in breve tempo forse perche', come dice il Manenti, la malattia mette a nudo i sentimenti, con cui parli anche delle cose di cui non hai sempre coraggio di parlare con altri, molti sono pazienti ma alcuni sono anche medici e infermieri... E' un empatia che si crea cosi', naturalmente in quel mondo fuori dal mondo che e' un reparto di ematologia.
Poi ci sono i follower silenziosi che si informano da qualcuno o seguono il blog ma non si palesano mai. In questa categoria ricadono le persone piu' disparate, ci puo' essere quello che pensavi amico caro ma che non riesce a sbloccare un qualsiasi canale di comunicazione diretto per i suoi filtri mentali o le sue paure o perche' ormai e' passato troppo tempo e non sa piu' come approcciarsi o perché  ogni discorso gli sembra stupido (su questo li rassicuro, a me son propr gli aneddoti più stupidi che allettano di piu) ma vuole sapere perche' in fondo a modo suo mi vuole bene, c'e' il collega con cui hai sempre fatto due chiacchere al caffe' ma che invece si e' un po' affezionato e vuol sapere come stai, o l'amico dell'amico, coosciuto superficialmente che, colpito da una storia un po' complessa di un suo coetaneo, pian pian si affeziona e contribuisce al mio gruppo adorato di supporto.
Poi ci sono i desaparecidos... Quelli che si proclamavano grandi, grandissimi amici e pfiu, come in una nuvola sono scomparsi... E probabilmente non sono nemmeno finiti nel gruppo dei follower silenziosi perche' ti dicevano "ma la nostra amicizia e' troppo esclusiva, io ho bisogno di notizie in diretta"
Per questi non provo rabbia (Max un po' si ma siam diversi, io son piu' zen) ma non riesco a comprendere fino in fondo le dinamiche mentali sottese a questo comportamento. Ci sono quando vogliono loro, ti raccontano essenzialmente i fatti loro e poi nemmeno piu quello e spariscono per mesi e mesi capaci poi di ricomparire come nulla fosse...
Bha' su questa categoria lancio la palla al Manenti ormai membro integrante della mia storia (e visto che mi legge sorridera')

Comunque, in sintesi, GRAZIE al mio gruppo di sostegno, ognuno con il suo contributo, la sua preghiera, il suo pensiero perche' siete unici e in una malattia come questa, dove l'isolamento diventa parte della tua vita, avere consapevolezza che c'e' un mondo di persone e non solo di sensazioni e esperienze che ti aspetta a me da la forza di affrontare qualsiasi cura.




lunedì 26 novembre 2012

Broncolavaggio.. FATTO

Come sempre le cose sono peggiori ad immaginarsele che a farle.. Certo le descrizioni che trovi su internet, i forum in cui ti raccontano della sensazione totale di soffocamento, di angoscia, e sopratutto sul post manovra  non rassicurano affatto ma, sara' stato il lexotan preventivo che mi son fatta dare, sara' stato il medico bravo, sono arrivata abbastanza tranquilla.
Certo il fatto di essere tormentata da una tosse stizzosa da giorni non ha aiutato nella ricerca del benessere ma dura poco (dieci/quindici minuti in cui, se fossi stata piu rilassata, sarebbe anche stato carino guardare come diavolo sono fatti i miei polmoni all'interno),  dopo parli come Baudo quando si era fatto operare alle corde vocali ma dopo mezzora gia tutto e' passato. E Max che sperava in almeno due ore di silenzio forzato!

Certo non lo consiglierei come pratica piacevole per una mattinata di ozio ma anche a questo abbiamo messo una tacca! Speriamo proprio che la lista di esami poco carini finisca qui!

domenica 25 novembre 2012

Il mio Athossone

Chi non ha mai avuto animali forse non potra' capire questo post ma i miei cani per me sono parte integrante della famiglia e il mio cuore e' pieno di ricordi ed Athos era un cane speciale.

Era bello, cosi' bello che le giapponesi sui navigli ci fermavano per far le foto
Era buono, cosi buono che quando e' arrivata Alice lei lo ha dominato da subito. Lo mordeva nel collo e lo trascinava per la casa, sul parquet, come fosse un tappetino facendogli venire delle croste tremende..
Era scemo, cosi scemo che quando vedeva un cane in televisione e poi questo usciva dall'inquadratura andava dietro al televisore a cercarlo
Era furbo, cosi furbo che quando non voleva salire in macchina dal rientro dalla campagna faceva finta di non sentire e si guardava intorno indifferente
Era ottimista, cosi ottimista che quando di notte gli scappava la cacca cercava di svegliarci fissandoci al buio (con risultati alla fine immaginabili)
Era aggressivo, cosi aggressivo che quando e' stato aggredito da un beagle si e' buttato a pancia all'aria
Era retriever, cosi retriever che, quando nel nostro bosco Max cercava di ripulire una zona dove c'erano macerie e le raccoglieva in una buca lui correva felice a prenderle e le riportava indietro ed allora dovevi distrarlo con un legno da una parte e la maceria dall'altra
Era generoso, cosi generoso da lasciar sempre la ciotola con qualche avanzo da pulire ad Alice
Era ostinato, cosi ostinato da poter rimanere a fissare un pezzo di pane appoggiato sul bancone della cucina per ore intere emettendo solo uno strano suono gutturale
Era dolce, cosi dolce da inondarmi di baci ogni mattina appena facevo spuntare un piede dalle coperte
Era tonto, cosi tonto da odiare i panettoni di cemento e i cassonetti e abbaiare contro inferocito fino a che non lo trascinavi via
Era affettuoso, cosi affettuoso da passare ore a leccare le orecchie e la testa di alice fino a lasciarla come un pulcino bagnato
Era sensibile, cosi sensibile che la prima volta che e' rimasto solo dai miei alla sera si fatto venire la crisi d'ansia vomitando a destra e a manca e i miei sono corsi dal veterinario spaventati pensando avesse mangiato qualcosa ed invece il veterinario alla fine gli ha fatto un bel calmante
Era caparbio, cosi caparbio da cercare sempre il tronco piu grosso e cercare di trasportarlo a destinazione anche se impossibile (e come era fiero quando arrivava davanti a te con questo baobab e sperava che gli venisse lanciato e tu non riuscivi nemmeno a sollevarlo)
Era goloso, cosi goloso che quando facevo la torta di mele stava li con alice a prendersi tutte le bucce e riduceva il pavimento come dopo un alluvione
Era cucciolo, così cucciolo anche da vecchio da saper sempre apprezzare una bella treccia da rosicchiare nuova anche se non aveva più denti, o ancora meglio un bell'osso di gomma con il sonaglio ( a volte era li tranquillo, dormiva, e poi si alzava, andava alla cesta dei giochi e te lo portava per giocare, così, senza un motivo..
Era così dispettoso a volte, ma così dispettoso che, al mare faceva il bagno, usciva, si scrollava il piu  possibile vicino a te, si impanava bene nella sabbia e poi veniva strofinarsi sul tuo asciugamano...

Era il mio bambino, uno di quei ragazzini un po tonti a cui vuoi bene sempre, a prescindere, anche quando si infangava in ogni pozzanghera che trovava, anche quando rubava il salame dal tavolo dell'aperitivo, anche quando sbavava vicino a tavola e tu lo sgridavi ferocemente, anche quando, mandato in castigo, vedevi il suo naso fisso, immobile dietro il vetro della porta, e anche quando dopo mangiato tentava di venirsi a pulire il muso sul divano bianco..
E lo amavi perché i suoi occhi esprimevano solo amore incondizionato per la vita... Felice di una carezza, di un saluto, di un qualunque piccolo gesto di attenzione...
Tutti i cani sono così, hanno solo bisogno di tanto amore... Lui ne ha avuto tantissimo, da tutti. Tanti cagnolini non vivono neanche un frammento di ciò che lui ha avuto...



Domenica tranquilla

Poca febbre, il mio amore qua per tutto il tempo permesso, due coccole, un po di lettura... Giornata tranquilla quindi... In attesa di domani!
Per ora non penso al broncolavaggio e mi rilasso..

Riflessioni mattutine sul lavoro degli infermieri

Qui al San Raffaele, se ti muovi per i corridoi, non si respira una bella aria. C'e' tensione palese si duecento licenziamenti prospettati, c'e' come un'aria di " ma in che mani eravamo fino a ieri e non ci siamo accorti di nulla". Poi torni nel reparto di ematologia e capisci che in generale chi scieglie di lavorare in questo reparto, a prescindere dall'ospedale e' fatto di una pasta diversa. Entrano in camera sempre con il sorriso, gentili e disponibili, questo vale qui quanto valeva al policlinico. Si certo di la' ormai c'era anche un po di affezione, di amicizia, ma anche qui sono sempre capaci di tenere fuori i loro malumori per farti star bene (credo che si rendano anche conto che qui l'isolamento dai propri cari e' tale che il loro sorriso diventa fondamentale).
Non ho mai percepito lo stesso negli altri reparti dove sono andata a fare esami (dove invece l'argomento scioperi e contestazioni e invettive contro il nuovo proprietario e qualcuna contro quello vecchio sono costanti) qui non si sente mai parlare della crisi (o il caposala che non conosco ancora e' un vero leader che ha sedato fin dall'inizio i borbottii oppure han deciso che il paziente in questo momento e' la loro priorita' e magari delle preoccupazioni sul posto di lavoro se ne parla in mensa o fuori..)
Comunque e' bello vedere ragazzi che trasferiscono questo entusiasmo sincero (ed ormai inizio ad avere una panoramica ospedaliera di minimo rispetto) , che vivono il loro lavoro non solo come l'unico mezzo con cui portare a casa poco piu di mille euro. I turni sono pesanti, ti trovi a fare anche cose schifose, e se ti affezioni e qualcosa va male soffri pure per qualcuno che non era della tua famiglia.
Se penso a quel costante borbottio di sottofondo che ricordo in azienda e che che sentivo in quasi tutte le aziende ti chiedi quale sia la molla che li rende cosi speciali. Perche' per mia fortuna non conosco molti reparti ma posso dire che non ovunque e' cosi. dove era la mia mamma avevi paura delle infermiere e la prima cosa che ti sbraitavano in faccia era che schifo fosse, di come fossero sotto staff, tanto da inibirti suonare il campanello se non per situazioni veramente critiche. in Ematologia forse il sapere che il prendersi cura di una persona nel concetto piu' esteso puo fare una piccola differenza in un momento difficile della vita di una persona, spesso giovane e che si trova in isolamento da la molla per non portare al lavoro le preoccupazione del mutuo, dei figli, di un ospedale che prima veniva osannato come un polo di eccellenza mondiale ma che ora, perdonatemi il termine " e' stato sputtanato" da un visionario che ha creato buchi finanziari enormi, pur rimanendo lo stesso concentrato di competenze di poco tempo fa.
C'e' profonda delusione nelle persone che lavorano qui da anni, molta amarezza. Qui in reparto sono invece tutti giovani e forse vivono solo la passione del loro lavoro un po' piu disillusi verso i cosiddetti leader carismatici. Al Policlinico, come qui, molti ragazzi vivono di contratti a termine ma quando sono in camera con te sono li solo e  sempre per te!

sabato 24 novembre 2012

Milk early dinner

Visto che tutti quelli della mia generazione se la ricordano, almeno i piemontesi, ecco alcune ricette per un milk early dinner! Potrebbe  tornare ad essere di moda trasformato dalle usanze dei nostri giorni.
Immagino, sette di sera, esci dall'ufficio infreddolita per il classico apericena alla milanese con qualche amica ed in vece che la solita selezione di patatine, pistacchi, tartine bruschettate, riso con di tutto un po' pinzimonio per salutisti e focacce unte e olive ascolane per quelli meno salutisti snobbi i bar delle zone trendy e a casa di una delle amiche ci si trova per mangiare, un bel tazzone latte caldo con a scelta miele, orzo o caffe o cioccolato con tante belle fette di pane tostato caldo, il burro (ebbene si ci vuole!) i vasetti di marmellata disposti li, in bella vista, il miele, la Nutella e (per gli alessandrini la giacometta) o la crema novi, magari un bel ciambellone o una torta margherita e dei biscottoni da inzuppare. E poi una ciotola di mandarini... (Per versioni piu evolute si potrebbero anche aggiungere un po di affettati classici ma solo prosciutto secondo me)
Le chiacchere sarebbero piu rilassate, l'atmosfera piu soft, tutte senza scarpe e con un unico rischio: che le amiche non abbiano poi la forza di tornare a casa...
Unico requisito che tutte i partecipanti abbiano vissuto quest'esperienza una volta nella vita e abbiano piu di quarant'anni. Altrimenti si rischia di essere presi per scemi, in alternativa credo che l'effetto nostalgia sarà' garantito....
Questa e' la ricetta, un po a memoria della torta margherita


Ingredienti
• 70 grammi di burro sciolto
• 120 grammi di fecola e 150 di farina
• 1 bicchierino di latte
• limone
• 4 uova
• 150 grammi di zucchero
• zucchero a velo
• 1 bustina di lievito


Lavorare i tuorli con lo zucchero, quando il composto apparirà piuttosto spumoso, aggiungere le chiare montate a neve, quindi la fecola di patate, la farina e la scorza grattugiata di limone. In fine amalgamare al tutto, il burro ed il lievito. Mettere la crema ottenuta in una teglia di circa 20 centimetri di diametro. Cuocere in forno a circa 200°C per 30 minuti. Far freddare, spolverare con zucchero a velo e servire.
Nel latte e' fantastica nella sua semplicità'




 

Always forward

Sono partita di umore malinconico, avevo dormito male, con sogni strani che sembravano allucinazioni (dovrò dirlo al medico?), pensavo alla mamma, al fatto che non significa molto ma mi sarebbe piaciuto passare al cimitero proprio oggi..
Poi ho guardato fuori e ispirata dalla via Olgettina (ebbene si ognuno si fa ispirare da quel che ha) dal solino invernale e dagli alberi sullo sfondo (certo che se al San Raffaele lavassero i vetri all'estero ogni tanto male non farebbe) ho deciso che non doveva essere una giornata moscia. Tra poco arriva la mia amica Adri (oggi Max ha ceduto il posto) e ce la raccontiamo un sacco nella mia bella suite.
E poi devo iniziare fin da oggi a fare training autogeno per l'esame di lunedi.
Ebbene si, per non farci mancare nulla ci facciamo un bel broncolavaggio ( carini questi medici che usano il plurale, mica lo fanno loro) va be' l'ha fatto anche la mia amica Milena e per solidarietà'.... Così pero' forse capiremo cosa provoca questa febbre, la cacciamo via e finalmente partiamo...
Dicono che fanno una blanda sedazione... A me anche un po più fortina non dispiacerebbe...

venerdì 23 novembre 2012

...

Qualcuno una volta ha detto:" chi non ha nostalgia del passato non ha avuto una mamma".
Questo viaggio nei ricordi di questo mese mi ha confermato la verita' di queste parole.
Una bella famiglia, una mamma e un papa' che ti amano incondizionatamente sono un lusso di cui io ho potuto godere per tanti anni.. Sono il rifugio in cui accoccolarti sempre. Oggi tutto il carico di questo rifugio e' del mio papa' ma in qualche modo io so che nel sonno, quando non la posso vedere, lei e' qua a lottare con me.
Io ho cosi tanti ricordi della nostra vita, delle vacanze, delle giornate passate in negozio ad aiutare, delle cene a chiaccherare che si, e' vero, ogni tanto ho nostalgia del passato di quegli anni in cui ero bambina e sembrava che mamma e papa fossero invincibili ed indistruttibili...

Chi l'avrebbe mai detto!

Uno pensa a questi malefici funghetti solo in chiave negativa. Si annidano nei posti piu' nascosti, ti danno il febbrone, ti tocca anche cercare di sconfiggerli con l'aerosol ( ma non uno normale uno per cui l'infermiera e' entrata con una mascherina a filtri e sovracamice e guanti perche' e' tossico per l'ambiente) e poi ti fanno a sopresa un regalo..
Arriva la bella dottoressa che mi segue e con parole dolci mi dice: siccome sei appestata e si e' liberata una singola avremmo pensato di spostarti.
Evvai
Camera da sola, poltrona comoda in camera e frigorifero in camera....
Ora pero', caro Aspergillus, vedi di andar via in fretta che abbiamo tante cose da fare...

giovedì 22 novembre 2012

Quando andavamo a scuola con la macchinina scassata della mamma.

La mia mamma ha sempre adorato le macchinine piccole, la vecchia mini in particolare... Negli anni delle medie pero' aveva una fantastica A112 comprata usata dal fidato carrozziere Gianni. Era sempre li fuori ad aspettarmi a fine scuola. Un giorno, aveva nevicato e Alessandria era coperta di quella brutta neve gia' sporca, io salgo in macchina e le dico " ma perche' di qui e' tutto bagnato".... Aveva perso il fondo della macchina e resisteva, sospeso, il tappetino di gomma... Siam tornate a casa cosi, lei piano piano, io con i piedi tirati su e tutte queste goccioline di neve bagnata e sporca che entravano ridendo a crepapelle sugli affaroni che si facevano da Gianni..

Cronache dal San Raf

Oggi e' il thanksgiving!
Un'altra delle festivita' vissute in ospedale... Ok non e' nostra ma ogni occasione e' buona per me per lamentarmi di una festivita' persa...
La mia e' andata cosi cosi... Febbrone a 39, qualche ora di tregua, poi febbrone, tregua ed adesso di nuovo febbrone... Nel mezzo le solite belle chiacchere con qualche amica e il mio amore a farmi i grattini..
In piu ora sono munita di un fantastico paio di calze a giarrettiera elastiche bianche con buchino sulla punta del piede... Sara' la vicinanza a via olgettina e a i noti bunga bunga ma come non pensare all' infermiera sexi e alla doctora citate da una delle fanciulle berlusconiane..
Per cui oggi, se devo essere grata per qualcosa,  e' per le mie calze nuove datemi da un infermiera tanto carina... E direi anche basta visto che sono di nuovo sotto le coperte, congelata con la febbre in risalita..
Anzi no, un grazie speciale va anche al sostegno che mi arriva dai tanti amici del Policlinico che mi scrivono e mi fanno sentire coccolata e amica e non solo una ex paziente...
Vabbe', ora saluti a tutti sto congelando e mi immergo sotto le coperte...

Sformatini asparagi e speck

Sono stata sgridata! Giustamente me la sono sognata e non ve l'ho data..
E quindi eccola. Io prenderei un bel mazzo di asparagi e una patata grande, taglierei a dadini la patata e a rondelle i gambi degli asparagi. Li stuferei in poco olio e con un goccino d'acqua e uno scalogno tritato fino a che siano belle morbide. Le punte vanno tenute a parte e sbollentate giusto un paio di minuti in acqua bollente.
Poi frullerei le verdure, aggiungerei un uovo, abbondante parmigiano, sale e pepe e qualche fogliolina    
Lo speck va tagliato a dadini e miscelato all'impasto.
Le cocottine vanno lievemente imburrate riempiti con il composto e sopra vanno disposte le punte degli asparagi tenute da parte. E poi una spolverata di parmigiano e via in forno per venti/venticinque minuti a 180'

mercoledì 21 novembre 2012

Ricordi di famiglia

In questi giorni faccio fatica a mettere in ordine i ricordi, sono giornate un po' convulse, tra esami, via vai di infermieri, febbre e chiacchere con la compagna di stanza.
Poi oggi e' anche l' anniversario della morte del papa' di max (sfido qualcuno a dire che per me e Max novembre, nel suo complesso, non rappresenti il mese da cancellare) e i pensieri si affollano ora, nel lettino, sola e come sempre, da che son qui, infreddolita..
La mamma in questa stanza e' come lontana, come se questo ambiente freddo la tenesse in disparte.
Pero' proprio per questo freddo che si sente mi riscaldo un po' con alcuni ricordi di famiglia legati alle nostre cene...
I miei lavoravano fino a tardi e tante volte papa', ottimo cuoco, nelle sere d'inverno piu faticose proponeva la cena latte... Io credo che questo fosse un evento vissuto da tanti negli anni settanta, a noi piaceva tantissimo.
Ognuno con il suo bel tazzone, la scelta tra il caffe o il cioccolato in polvere che se non eri bravo a fare la cremina lasciava i grumi, il pane fresco, la mitica treccia alessandrina, e le marmellate, il burro, la nutella il miele... Andavamo avanti a mangiare e chiaccherare contenti in questo mix surreale tra cena e colazione (ma noi non riuscivamo mai a fare colazione insieme) e poi comcludevamo regolarmente prendendo in giro la mamma che era riuscita a conciare la tovaglia come un bambino di cinque anni...
Oppure l'altro momento di festa, sempre la sera e sempre rigorosamente d'inverno era la sera caldarroste...
Si mangiava normalmente ma alle spalle del tavolo sentivi sfrigolare una padella e il tipico profumino.. Fatte in una vecchia padella, bucata da papa' con il trapano, coperte con il coperchio e fatte sul fuoco... Non c'era la montagna, non c'era la neve, non c'era il caminetto ma l'emozione di quando papa' le rovesciava nel canovaccio e le chiudeva bene, "devono riposare" diceva ed io e mamma impazienti cercavamo di aprire un angolino di questo fagotto messo in mezzo al tavolo e ne rubavamo una e poi la facevamo saltare tra le mani perche' erano troppo troppo calde...anche quelle erano serate di chiacchere, il vero momento in cui avevamo tempo di parlare e non ci interessava del film che iniziava o delle cose da fare e ci trovavamo alle undici di sera, cosi', ancora intorno al tavolo fino a che la mamma rompeva i giochi e diceva oddio e' tardissimo, andate di la, devo ancora lavare i piatti, fare i conti del negozio... Ma invece penso che anche per lei rappresentassero i momenti piu belli della giornata.

Cronache dal San Raffaele

Innanzitutto accidenti alla rete 3g. Avevo scritto un bel post ieri e poi si e' bloccata la connessione e non mi ha salvato nemmeno una riga.
Pazienza..
In questi giorni sono stata latitante ma le cause sono molteplici. Avevo un aghetto un po' instabile sulla mano destra che mi impediva di scrivere..la febbre che va su poi la buttiamo giu a botte di perfalgan e poi torna su, ieri poi giornata fitta di impegni. Innanzitutto salto la colazione (grande dramma per me) per andare a posizionare il catetere venoso centrale... Vestizione completa con camicie lungo e ben avvolto, sovrascarpe e mascherina e via verso la sala rianimazione...
Ed ovviamente chi mi capita: palesemente il giovane specializzando al suo primo catetere... Assolutamente seguito passo passo da un collega esperto ma era palese la sua ansia e tensione, quell'altro chiaccherava e chiaccherava, e lui zitto, teso.. In realta' non mi ha fatto male ma ci ha messo un sacco di tempo e con le mie piastrine bassine ho pure sanguinato come in un film horror..
Poi torno nella mia cameretta e via con l'esame del midollo e biopsia ossea annessa. In questo caso pero' grande onore alla Dottoressa Pavesi la miglior mano da midollo mai provata! Batte anche i miei top player del policlinico.... Poi un giretto di nuovo fuori per un ecocardio trasportata da un ausiliaria che si sentiva Alonso e andava almeno ai trenta all'ora con la carrozzina... E' stato divertente pero'.. Un rx di controllo del catetere e poi di nuovo in camera..
Ora sulla febbre ci stiamo lavorando sembra sia causata da un delizioso funghetto di nome aspergillus e cosi questa notte mi sono sognata la ricetta di uno sformatino di asparagi e speck da fare nelle mie mini cocotte nuove...
Oggi, munita di un nuovo catetere in giugulare posso riprendere la mia passione grafomane e iniziare ufficialmente il nuovo corso delle cronache dal san raff...
Ora di nuovo in gita per ecoaddome.... Poi si dice che in ospedale ci si riposa..

domenica 18 novembre 2012

Adesso basta!

Non che  avessi mai guardato alla leucemia con benevolenza sia chiaro ma adesso sono veramente e profondamente incazzata con lei... Riesce a rovinare ogni minimo programma che facciamo ed e' riuscita a rovinarci anche l'ultimo week end... Mi e' venuta la febbre e mi hanno ricoverata in anticipo..
Che trauma, era passato Alberto per un saluto, in contemporanea io al telefono con la dottoressa (sinceramente confidavo mi dicesse di prendere la tachipirina e che ci saremmo viste l'indomani) che mi diceva " allora la ricoveriamo subito"... A quel punto un po' sotto choc io ho chiaccherato un po' con lui della mia bella aliciotta che si fa coccolare dai suoi bimbi e da Anna e che cosi sente meno la mancanza di  Athos, e Max a preparare valigini e valigini...
Poi, con due facce da funerale, siamo usciti di casa e cosi' non ho visto finire il film che stavamo guardando e non ho finito le ultime venti pagine del libro che stavo leggendo e che, siccome non incelophanato, non ho potuto portare...
Eravamo come storditi, di nuovo domenica, come poco piu di un anno fa, di nuovo l'urgenza, di nuovo il senso di smarrimento di un ospedale labirintico che non conosci...
Avremmo fatto la crema di cavolfiore e patate, visto un film facendoci le coccole e invece no... Ecco che deve rubarmi anche questi piccoli magici attimi...
Ora son qua, con il mio bell'aghetto provvisorio sulla mano (comodissimo per scrivere sull'ipad), ho iniziato il solito tazocin (un antibiotico puzzolente che mi perseguita da un anno)  il cibo forse e' un filo migliore, loro son carini ma accidenti non ero pronta! Avevamo diritto ancora ad una notte insieme...
A questo punto massima concentrazione perche' poi non ne voglio proprio piu sapere....

La mamma... Ricordi tristi

Cara mamma in questi giorni sono stata latitante con i nostri ricordi ma ho voluto dedicarmi a Max e a questo brandello di vita normale di questi pochi giorni fuori dall'ospedale...
Questo forse e' il piu grande rimpianto che ho, che tu, nella malattia, non abbia potuto godere di questi momenti, di un ritorno a casa anche breve, di quegli abbracci che hanno un valore unico se sai che sono disponibili per pochi giorni...
Tu lo sapevi quel giorno, quando siamo andati in ospedale, che a casa non saresti piu tornata, te lo si leggeva negli occhi... Quanti inganni verbali per non ammettere la verita' nei giorni successivi..
Ricordo il tuo sguardo smarrito, quello di papa' seduto fuori in pronto soccorso,l'attesa sulla lettiga e poi il ricovero...
Pero' in quei pochi mesi, oltre a tanti pianti ci siamo fatte delle risate, quando ti ho fatto la pedicure e discutevi sul colore dello smalto (pensa che io qui non lo posso tenere e ho delle unghie orrende..), quando abbiamo obbligato l'infermiera a farti le uova alla coque, quando ti aiutavo a far ginnastica perche' tu caparbia e testarda non volevi che la muscolatura andasse troppo giu (chissa da chi ho preso) o quando litigavi con i parenti della vicina di stanza o quando mi facevi i gestacci dietro la tenda perche' il marito di un'altra compagna di stanza era noiosissimo, o come eri fiera e volevi che ti raccontassi tutto quando avevo parlato ad un convegno a Torino, o quando andavamo a fare la radioterapia ed io accompagnavo l'infermiera perche non c'era personale spingendo quell'altro signore sulla carrozzina e a momenti gli trancio le gambe nell' ascensore... E'stata dura, te lo confesso ora, avevo dei momenti in cui mi sentivo soffocare.. Avevo questa strana tachicardia che peggiorava sulle scale dell' ospedale, i lividi ma chi ci faceva caso, pensavo di essere agitata e quando eri in giornata no era proprio dura... Quando eri tanto arrabbiata io mi sentivo cosi impotente, cosi inutile e volevo scappare... Anche per questo ammiro enormemente Massimo, non cede mai, non percepisco mai la sua non voglia di venire a trovarmi e come lui le mie amiche e gli amici... Ed io ripenso che a volte invece avevo cosi tanta paura da voler scappare...
Ed il giorno dopo aver saputo di essere malata, quando ti ho salutata (dopo aver strappato il permesso speciale a uscire dall'ospedale perche' sentivo che non ci saremmo piu viste..) avrei voluto dirti mille cose ed invece non ti ho detto quasi nulla...
Ti ho voluto tanto tanto bene, sei la persona che mi ha fatto piu' arrabbiare, con cui i conflitti sono stati piu forti, con cui parlare era difficile ma sei stata unica ed insostituibile..

venerdì 16 novembre 2012

News e aggiornamenti - prima giornata intensa al San Raffaele

Giornatina di tutto rispetto, dalle otto e mezzo alle diciassette...
Intanto entri e, dopo aver parcheggiato nei sotterranei, esordisci con il tuo bel chilometro di strada per arrivare al day hospital attraverso il centro commerciale, la zona ristorazione, la sala accettazione che sembra Malpensa e poi sbucazzamento solito, prelievi, visita e colloquio approfondito su tutto il percorso clinico che, senza entrare in dettaglio troppo tecnici, consiste in un bel doppio giro di chemio e radio terapia... Poi tra l'immacolata e Natale il trapianto dal Sacchi padre! E un secondo natale e capodanno in aplasia... Va be' non ci sono commenti... Confidiamo molto in Babbo Natale, La Befana, Gesù' Bambino e, come dice un amico anche Buddha  e Ganesh.. Che questa volta si concentrino proprio per bene per l'unico regalo che desideriamo veramente!
Poi piastrine, lungo e approfondito colloquio con il caposala sulle procedure del reparto, un bell'rx torace che non si nega proprio a nessuno e finalmente verso casa (dopo il solito viaggio di rientro).
Qualche prima indicazione sulle regole:
Le visite sono veramente impegnative per non dire quasi impossibili: una sola persona al giorno che deve portarsi un cambio completo tipo tuta o pantalone e tshirt più ciabatte più marsupio o simile sanificabile per i beni di valore, ovviamente il tutto lavato con detersivo e napisan e da utilizzarsi solo all'interno del reparto...
Mi sono già attivata per richiedere il telefono fisso.. Credo che molte delle visite a sorpresa a cui ero  così  ben abituata saranno sostituite da chiacchere al telefono..
E per fortuna sono una donna semi tecnologica. Non possono entrare libri e riviste non celophanate e quindi santi kindle e ipad...
Pero' il cibo per ora ha dimostrato due plus: piatti di ceramica e non l'odiosa plastichina sigillata e il riso in bianco era decente ...
Per ora week end di coccole e cibi goduriosi perche' se da un lato sapevamo che l'ingresso era imminente e si doveva fare dall'altro avremmo confidato ancora in qualche giorno insieme... Per cui a lunedi!!!



La mamma e l'amicizia... Proseguono i ricordi in quete giornate convulse

La mia mamma aveva poche amiche... Era una di quelle persone socievoli e chiacchierone ma che viveva molto il nucleo familiare.. Pero' le sue amicizie sono durate tutta la vita.. Qualche compagna di scuola, qualche cliente storica, poche conoscenze piu recenti.
Una di queste, forse la più profonda e cara era Patrizia... Ha sempre fatto parte della sua vita, dai tempi della scuola, ma avevano un loro mondo riservato di cui io ho sempre saputo molto poco...
Ricordo solo che ogni tanto diceva " adesso chiamo la Patty"! E giù a chiacchierare... Faceva quella di poche parole ma poi si metteva di traverso sulla sedia non la staccavi più.. Ed io adolescente ricordo i tentativi   meschini fatti per recuperare il telefono (bene primario a quindici anni sopratutto dopo aver conquistato la prolunga - non rida chi e' nato nell'epoca del cordless!) 
Patrizia e' stata vicina alla mamma fino alla fine.. Qualche tempo fa l'ho chiamata perché mi sembrava giusto o forse egoista (non so) dirle di me, di cosa era successo dopo...
Mi ha fatto tenerezza sentire l'affetto con cui parlava di lei, percepire tra le parole quel mondo intimo che era loro, in cui parlavano di me, di papa', del lavoro, delle piccole cose quotidiane, sentire come per Patrizia fosse stato inaccettabile fino alla fine che la mamma potesse non farcela.
Ora ci sentiamo, fa parte di quelle persone che come figure laterali sono state sempre presenti nella mia vita,  senza interferire ma dando una sorta di senso di sicurezza..
E così penso alle mie amiche, a quello che stanno provando ora, alle loro paure, alla fatica dello starmi vicino, al desiderio di farlo, a come parliamo, a come con ognuna ci sia una sorta di codice segreto, di comunicazione specifica...


giovedì 15 novembre 2012

La mamma e lo studio...

Anche se con un ritardo di un giorno proseguo con i racconti dei ricordi della mia mamma..
sono giornate un po' convulse tra policlinico, corse al San Raffaele e trasfusioni varie ma riesco comunque a ritagliarmi un po' di tempo per questi viaggi nel passato...
Mia madre era oggettivamente una secchiona! Ebbene si lo e' stata da ragazza e lo e' stata tutta la vita...
Una di quelle persone con una determinazione ed una propensione allo studio rara.. Peccato forse abbia scelto di fare innanzitutto  la moglie e la mamma e non abbia proseguito negli studi.. Sicuramente avrebbe fatto cose ottime..
Pero' e' stata una moglie e una mamma felice credo e ha comunque sfogato la sua passione negli studi  sempre, nel corso della vita..
Come dimenticare che fu una delle prime a comprare un computer e a mettersi a programmare in dos (o forse in qualcosa di ancora piu antelucano) passando da una classica olivetti lettera 12 (ossia da una macchina da scrivere nemmeno elettronica) ad un mammozzo gigante di cui nemmeno ricordo la marca ma veramente uno dei primissimi usciti  e senza fare nemmeno un corso.
Manuale alla mano, sigaretta el posacenere, lampada da tavolo accesa e ore piccole a gogo.. Era capace di tirare le quattro e la mattina dopo investirti di parole felice per essere riuscita ad ottenere un risultato che, onestamente, agli occhi assonnati e poco interessati miei e di papa' non sembrava cosi eclatante ma lei si sentiva uan novella Steve Jobs... Allora cercando maggior comprensione a quel punto si rivolgeva di solito al cane che, da fedele amico dell'uomo, rimandava generalmente entusiasmi maggiori...
La cosa divertente e' che faceva tutto cio' non perche' le servisse per lavoro ma per il puro ed unico piacere di appagare la sua curiosita'.
La tecnologia in genere la affascinava e cercava di applicarcisi con massima dedizione e sempre con questo entusiasmo unico e quando, ormai in pensione si iscrisse ad un corso di informatica era divertente vederla borbottare che pero' erano lenti e che lei avrebbe potuto imparare mille altre cose...
Stesso approccio era rivolto alle lingue.
 Da ragazza parlava e scriveva molto bene in tedesco e spagnolo... Poi, il non utilizzo fece si che andassero un po perse (cosa che vale per chiunque credo)
Appena in pensione e superato l'ictus, eccola iscriversi al corso di tedesco...
Un incubo per tutti noi... Adorava sbraitarti in faccia frasi incomprensibili in tedesco per il puro piacere credo di vederti attonito e perplesso...
Ma il peggio dell'imbarazzo e' riuscita a farmelo provare un giorno in cui avevamo deciso di dedicarci ad un giro di shopping...
Io ero felicissima, era una di quelle cose che non avevamo praticamente mai fatto e per me rappresentava un bel modo di stare insieme. In centro in Alessandria incontra una sua compagna di corso (matta da legare come lei per questa benedetta lingua) e si mettono a parlare a voce altissima ovviamente in tedesco (la mia mamma non e' mai stata una di quelle donnine sussurranti) di me, indicandomi e dicendo cose che ovviamente non capivo minimamente e parlavano, parlavano parlavano... Ed io con atteggiamento fintamente distaccato e indifferente a dire " parlate piu piano vi sentono tutti..." .
Ma come si divertiva.... E poi a casa ligia a fare i compiti tutti i giorni...

martedì 13 novembre 2012

Calendario....

Per essere una malata di leucemia in recidiva e in attesa di trapianto non mi faccio mancare nulla...
Stamattina shooting di foto per un calendario... Fantastico! mi sono divertita da pazzi anche se mi sentivo rigida come un manichino travestito da Valeria Marini.... Tutti fantastici, muniti di mascherina, puliti e sanificati, con trucchi tutti nuovi solo per me, attentissimi a far si che i miei 190 bianchi (anzi udite udite oggi erano 210) non venissero sottoposti a stress...
Sono curiosissima di vedere le foto finali ambientate... Nell'era moderna tu fai tutto su uno sfondo bianco e poi si crea a computer l'ambiente (solo che cosi' muoversi con un senso e' difficilissimo e poi mi avevano pure tolto gli occhiali e non vedevo assolutamente nulla!!)
Poi di corsa al Policlinico per le trasfusioni e un milione di chiacchere con Tatiana, tutti i dottori, le infermiere. Non un attimo di tregua senza nemmeno cedere all'antistaminico di premedicazione delle piastrine che di solito mi  fa dormire come un ghiro!
E poi a casa, teoricamente a riposarmi ma mi sentivo in formissima (ora capisco perche' le trasfusioni vengano ritenute doping) ed invece mi sono messa a trafficare in casa, fare un timballino e dei pani i dolci con le uvette come nella bella, fantastica quitidianita'...
E nel frattempo, sempre perche' non ci facciamo mancare nulla, e' tornato Max dopo essere andato dal mio medico per una firma su una carta. Aveva un dolorino al fianco, si e' fatto visitare e questa: "secondo me e' appendicite"....
No comment!
 domani esami di corsa ma sembra inverosimile.. Il malato di appendicite si e' scofanato timballo, dolcetto, frutta... Secondo me non puo' essere! E poi.... Vabbe che novembre e' proprio il mese dell'incubo ma cosi sarebbe proprio troppo!... Nemmeno in Beautiful ne capitano cosi tante...

Weekend con la mamma

Come forse ho gia' detto c'e' un momento della vita in cui ti rendi conto che quegli essere invincibili, eterni, immutabili e granitici che sono i tuoi genitori nella tua mente, quelle rocce a cui tu potrai sempre appoggiarti, in realta' non sono ne eterni ne invincibili.
Io, ad un certo punto , specialmente dopo l'ictus della mamma, ho ricevuto questo schiaffo e mi sono resa conto che  il tempo passava ed io non avevo mai trascorso del vero tempo con loro da adulta.
Sopratuttto con la mamma, forse per il rapporto conflittuale che avevamo sempre un po' avuto, questo era completamente mancato.
Da un certo momento in poi avevamo quindi deciso di fare dei weekend via insieme.
Parigi, Praga, berlino .... Avevamo programmato altre cose ma il tempo e' stato tiranno e la malattia non ci ha lasciato spazio per altre cose...

La mia mamma dopo l'ictus era cambiata, aveva imparato a godersi la vita. Per anni mi aveva accusata di essere una spendacciona, una che metteva davanti il divertimento al lavoro ed alle responsabilita'. Alla fine pero' credo avesse capito e sono solo arrabbiata perche' si sarebbe meritata tanti anni in più.
Ci siamo divertite un sacco. A Praga era innamorata della citta', delle viette medievali, del concerto visto di notte lungo la Moldava appollaiate su un tronco  con le lanterne che galleggiavano sull'acqua, dei negozietti, della zona ebraica del cimitero ebraico, dei mille regalini comprati per me, per papa', per la zia. Lei adorava andare in giro, si divertiva a scoprire mondi nuovi ed anche se si stancava molto era difficile tenerla a bada...
A Berlino era colpita da tutto, per un amante della Germania e della sua storia il muro, check point charlie e le vestigia di un momento di storia cosi importante la avevano colpita tantissimo. E poi come sempre il cibo.. Ogni cosa era una scoperta.. Pane e moutarde a Parigi, le salsicce e le patate a praga, la wiener schniezel a Berlino... Per non parlare dei dolci..

lunedì 12 novembre 2012

Umori lunatici della mia mamma

Prosegue il mio viaggio nei ricordi... Vi assicuro che non e' facile perché' cresci e nella vita dai per scontato lo scorrere del tempo,  i momenti belli e brutti, le discussioni feroci e i momenti di gioia e poi io già' son smemorata di natura. Ora ho in più la scusa della chemio che si fulmina i miei neuroni...
La mia mamma comunque era lunatica. Oddio, in realtà' questa e' proprio una caratteristica della famiglia Vercellese e lei non si discostava da certe tare familiari.
E poi era intransigente, dura, e per principio era in grado di non mollare mai, anche per mesi. Per tanti anni, ma anche in eta' adulta abbiamo fatto delle litigate tremende, furibonde, con porte sbattute, musi lunghi, silenzi che potevano durare settimane.. E papa' poverino a cercare di mediare, di fare da paciere almeno in quelle più' serie...
Direte: queste ci sono in ogni famiglia ma vi assicuro che lei era proprio tosta...

Ammetto una difficoltà : ricordo molto bene il dopo lite, la sofferenza che provavo e il fatto che alla fine cedevo sempre, ma dico SEMPRE  io con pianti e lacrime ma non ricordo quasi mai il perché avessimo litigato...
Solo l'altro giorno, chiacchierando con la mia amica Bea, compagna di casa degli anni di vita universitaria , mi sono venuti in mente alcuni episodi del periodo. La Bea infatti mi dice : certo che la tua mamma era proprio tosta! e da li mi sono venute in mente un fiume di liti sui voti accettati. Come dimenticare che non mi rivolse la parola per un diciotto accettato in diritto privato,  o che mi disse che avrei dovuto assolutamente rifare matematica finanziaria se avessi preso meno di  22 (ed io odiavo con tutta me stessa matematica finanziaria) e guarda caso mai che si fissasse sugli esami che mi piacevano come marketing o economia aziendale ma sempre su quelle schifezze matematiche che piacevano a lei e a me costavano lacrime e sangue...
E poi non parliamo di quando scopriva qualche bugia... Una volta mi aveva dato i soldi per non so quale testo di approfondimento, ero riuscita a fotocopiarlo anziché' acquistarlo nuovo e quindi il denaro rimanente era immediatamente finito in shopping... Scoppio' il finimondo ed anche li a non parlarci per settimane...
Ed anche li io a cedere, piangere e normalmente scrivere lettere strappacuore sul rapporto madre figlia...
A questo riguardo mi e' scattata una riflessione di cui dovrò rendere partecipe anche il Manenti..
Recentemente ho scoperto che la mia mamma conservava tutto: i piccoli biglietti, gli auguri, le cartoline, i disegni... Ma nemmeno una di quelle lettere che hanno solcato gli anni dall'adolescenza all'eta' adulta... Chissà cosa ne ha fatto e se mi ha mai perdonato fino in fondo...
E poi ogni tanto le partiva l'embolo così, senza nemmeno motivo, e a quel punto in casa sembrava come la fuga prima della arrivo della tempesta: papa' fuggiva giu' dai suoi bonsai, io in camera di corsa, il gatto sotto il letto, i cani in ogni angolo di casa... Poi passava e tutto tornava normale ma guai a dirle :" eri un po nervosa prima?"....
Sia chiaro non pensiate male, era una donna profondamente razionale ma donna, nel profondo, con forse il rifiuto di ammettere di esserlo e che quindi certe manifestazioni tipiche della razza fossero normali... E poi era troppo tosta e testarda per ammettere mai di aver sbagliato.....
Chi mi conosce dira' " ecco da chi ha preso..." :-)

domenica 11 novembre 2012

Le emozioni di un pomeriggio a Sant'Anna

Io vivo dei buchi temporali...
Non mi sembrava reale ma era passato più di un mese e mezzo dalla mia ultima visita a Sant'Anna, la nostra amata casa in campagna.
Ed invece, se nella salita verso casa, la strada nel bosco, con le foglie cadute e i colori dell'autunno tutto mi sembrava come sempre a casa ho sentito fortissimo questo senso di vuoto temporale...
Il cortile pieno di foglie, il sole che illuminava i vasi, quell'aria da giardino un po' abbandonato e la casa fredda come se dicesse "accidenti voglio essere vissuta" mi ha sconvolto dandomi la piena consapevolezza del furto che sto subendo...
Vivo per un po', poi entro in una bolla temporale che e' l'ospedale, e poi ricomincio come se nulla fosse ma non e' così '...
A questo punto sono proprio arrabbiata: questa volta deve essere l'ultima! Non posso più permettere a questa maledetta di rubarmi le stagioni... Sono entrata con il caldo e i fiori ed oggi eravamo in pieno foliage.. Ora rientrerò' e perderò' di nuovo l'inverno e il Natale.. Basta! Gli concedo quest'ultimo scherzo ma poi ha proprio rotto... Devo fare mille cose, inaugurare le bellissime pentole di papa', guardare il tramonto con Massimo, giocare nella neve, organizzare cene con mille persone diverse, rifare l'orto, godermi ogni istante di ogni cosa e soprattutto ogni stagione ed ogni cambio di clima... 

La mamma e la Palestina

Abbiamo saltato un giorno ma la mia mamma mi perdonera'.. ieri era doveroso salutare Athos..
riprendo oggi con i ricordi su di lei...
La mia mamma adorava viaggiare e, specialmente dopo l'ictus, aveva una sorta di frenesia del viaggio. Come se sentisse che la vita sarebbe ancora stata breve..
Pero' aveva sempre avuto un rapporto complesso con la religione, Dio, i preti e la chiesa...
Da tempo i miei volevano fare un viaggio in Terra Santa e avevano valutato più opzioni, dai classici viaggi con i tour operator a quelli di taglio più ecclesiastico...
Poi la vita decide per te e gli capita ta le mani il volantino di questo viaggio organizzato da questo sacerdote di Castelceriolo. Decidono di andare e, (Don Walter ridera' a leggere queste righe!) ma la mamma era abbastanza preoccupata di dover "subire " una messa al giorno e poi da un prete che non conosceva e che si diceva essere un po' fuori dalle righe...
Comunque con dubbi e perplessita' partono e credo che per lei sia stata una delle esperienze (non vacanza ma proprio esperienza) piu belle della vita...
Innanzitutto ha fatto amicizie belle, conosciuto persone splendide, scoperto che i sacerdoti, quando sono persone intelligenti, hanno una marcia in più e ti aiutano a scoprire la spiritualita' che e' in te senza preconcetti.  Ha amato alla follia la terra di Palestina, i colori e le comunita' che lottano in un luogo dilaniato da tensioni incomprensibili. Era partita con poche conoscenze, come probabilmente molti di noi, ed e' tornata con un carico di umanita' che, a prescindere dalla politica, ti obbliga a scegliere.
Sopratuttto e' tornata credo riconciliata con Dio e questo poco prima che poi tutto precipitasse..
Volevamo tornare insieme a ottobre... E io la immaginavo  già' di nuovo pronta a bardarsi con gonnellone e velo per entrare in certi luoghi di culto, assaggiare i dolci più strani, farsi attrarre dai negozietti e comprare qualsiasi cosa dalle signore palestinesi che cercano di sopravvivere con i loro piccoli lavori. La vita ha di nuovo scelto per noi ma io non demordo e so che ci torneremo e questa volta anche con Massimo oltre che con papa' e lei sara' li con noi...
E, sempre perche' la vita decide in autonomia, ha fatto si che Don Walter diventasse un temporaneo compagno di viaggio per lei negli ultimi mesi e benedicesse l'amore tra me e Massimo...
E quindi chiudo questo post rubando una  delle citazioni preferite di Don Walter:

O dio
Dammi la serenita' di accettare le cose che non posso cambiare,
Il coraggio di cambiare quelle che posso cambiare,
La saggezza per distinguere le une dalle altre


sabato 10 novembre 2012

Ciao amico dolce e peloso

Oggi, dopo essersi tenuto il segreto nel cuore per giorni, Massimo mi ha confessato un altro grande dolore...
Il mio bambino peloso, il compagno di quindici anni di vita, dal 4 novembre, non c'e' più...
Il mio piccolo grande Athos ha avuto una vita bellissima, amato alla follia da me, da Alberto, da Massimo e da Alice e dalla zia e poi da chi gli ha dedicato tempo e attenzioni in questi anni...
In questo momento soffro per non averlo abbracciato, per non averlo salutato, per non averlo sepolto nel bosco che amava tanto e per mille cose che avrei voluto dargli in questo anno trascorso lontani, e soffro per aver lasciato soli Alberto e Massimo a decidere... Loro sono stati grandiosi e Alberto e Anna si sono occupati di lui gli ultimi giorni coccolandolo e amandolo....
Non ci sono rimpianti, i cani che hanno la fortuna di crescere in famiglie che li amano hanno questa grande occasione anche alla fine... Lui e' arrivato ad essere vecchietto, felice ogni giorno, sempre amato e con qualcuno che soffrendo ha scelto per lui la non sofferenza quando il momento era giusto... Noi uomini non abbiamo questa possibilita'...
Ma ora sono invasa dai ricordi e quelli mi resteranno nel cuore per sempre e mi faranno compagnia in questa nuova sfida..
Avevo fatto una lista di desideri... Uno di questi era di poter portare a casa, appena guarita, i miei due pelosi per potermi occupare di loro nella fase finale della loro vecchiaia..
Ora invece ho un nuovo angelo custode lassu', un po' svagato e sbaciucchione, che pensera' alla sua mami e che mi proteggera'..
Inseguira' mia mamma per leccarla, lei cerchera' di tenerlo lontano, e poi trovera' una bella cagnolina e fara' un po' il brillante (gli e' sempre piaciuto fare il marpione anche se in fondo e' stato fedele ad Alice) e chissa', se di notte, durante questo nuovo ricovero saro' un po' giu forse sentiro' l'orecchio umido e sapro'' che e' lui che mi sta dando i baci...




Casa, coccole e nuove sfide...

Giovedi sera sono uscita dopo quaranta giorni dall'ospedale.. Che smarrimento, tutto di corsa, questa sensazione di lasciare degli amici per un po' ma non perche' tutto e' finito... Solo perche' ci si sposta a combattere altrove...
Ieri mattina io Max e papa' abbiamo fatto il primo colloquio al San Raffaele..
Che dire: il Dott. Ciceri ed il suo staff ci hanno fatto un'ottima impressione, papa' ha gia' iniziato il tour di visite, colloqui, prelievi e si e' beccato la solita sgridata su fumo e polmoni..
Io venerdi prossimo faro' tutti gli esami pretrapianto e definiremo bene gli step successivi. L'impressione e' di grande fiducia ed ottimismo e noi non possiamo che crederci fino in fondo come abbiamo sempre fatto... E' l'ultimo pezzo della scalata, ed io e il mio compagno di scalata siamo ben attrezzati e con un campo base eccezionale fatto di amici vecchi e nuovi e medici preparati.
Certo, il San Raffaele e' un caos, tutto un crocevia di frecce che si perdono nel vuoto e di letttere che ti devi ricordare se non vuoi finire smarrito per sempre nei sotterranei..
Intanto mi godo le coccole di Max e quelle del Policlinico (lunedi mi mandano a casa un infermiere, il mitico Luigi, a farmi il prelievo, cosi da non armi stare troppo tempo in dh ma andare giusta giusta per le trasfusioni.. Altro che lamentele sulla sanita' pubblica, questo e' un servizio cinque stelle!)
E intanto..
Buon week end a tutti

La mamma e grisu...

Ieri e' stata una giornata campale e il mio pensiero quotidiano alla mamma e' saltato... recupero oggi con due e so che lei mi perdonerà...
vi racconto della palletta pelosa che tutt'oggi scalda il cuore del mio papa' e gli fa tanta compagnia...
In ordine cronologico Grisu ha rappresentato l'ultimo amore peloso della mamma. In realta' lui e' il grande amore di papa', sopratutto oggi, ma lo hanno preso insieme, alla cascina Rosa, uno di quei cagnoni neri, pelosi, arruffati,  che in realta' sembra non volere nessuno. Lo ha amato molto anche se credo che a volte ne fosse anche gelosa per il rapporto esclusivo che aveva con papa'.
Era di nuovo il figliolo maschio, quello a cui dare attenzione, quello con cui gestire i rituali della merenda...
Ma Grisu e' un viziato che vuole essere grattato tutto il giorno, sempre coccolato per recuperare le sofferenze subite... La mamma a volte quasi si arrabbiava..
Poi pero' uscivano a passeggiare e lui, normalmente agitato ed irruente, con lei che faceva un po' fatica dopo l'ictus, andava pianissimo, senza mai tirare il guinzaglio...
Quando poi inizio' a non stare bene, a stare spesso a letto,  Grisu e' diventato infermiere a tempo pieno e sempre appiccicato alla sua porta o sempre pronto a chiamare papa' al primo problema...


giovedì 8 novembre 2012

Qualche veloce aggiornamento...

La battaglia ricomincia.. Come annunciato le risposte che temevamo da giorni sono arrivate..
Il ciclo di terapia tentato ha fatto fare grasse risate alle mie bastardissime celluline leucemiche... Vengo definita assolutamente chemio resistente... Vabbe' che fossi tosta lo sapevo ma che lo fossero cosi tanto anche queste infami?!?
A questo punto la scelta si fa piu complicata. E' come quando sali al rifugio e inizi baldanzoso la passeggiata nel bosco, poi il sentiero si fa piu strettino ma ancora agevole ed ora siamo al pezzo arduo, quello dove devi essere bello concentrato, attento a non mettere un piede in fallo perché la parete e' ripida e insidiosa..
Il percorso prevede un trapianto aploidentico, ossia con le celluline del mio papa'.. Un trapianto con un po' di rischi ma maggiori chance di arrivare al risultato sperato a questo punto del viaggio.
Nota positiva: sono a casa con il mio amore per qualche giorno
Nota negativa: direte quale peggio della notizia che c'e' ancora la malattia? L'aver lasciato gli angeli che per un anno si sono presi cura di me per trasferirmi in un nuovo ospedale.
Mi mancheranno tanto tanto..
Pero', per questo tipo di trapianto, il San Raffaele sembra il centro migliore e quindi si cambia e come dice Obama "forward!"
Domani mattina primo giro di visite con papa' al San Raffaele e poi capiremo meglio tempi e modalita'.
Ora buonanotte a  tutti... Sono tanto tanto stanca...

C'era una volta un amore grande....

In queste giornate difficili non abbandono il progetto del regalo alla mamma e il viaggio nei ricordi..
quindi questa sera una pagina sull'amore tra i miei, anche in onore del mio papa' che alla fine cerchera' di salvarmi la pelle....

Ho cercando di ricostruire i momenti d'amore di mamma e papa'.. Papa', che e' estremamente riservato, forse non amera' questa pagina, ma questi sono alcuni flash visti con gli occhi di una figlia..
Quando lo chiamava papalone con questa connotazione unica di marito amico padre amante in un unica figura..
Quando mi faceva impazzire per trovargli un certo regalo che esisteva solo a Milano,
quando lo aspettava piena d'ansia e di rabbia perche' era andato a pescare e non tornava e lei impazziva presa da visioni apocalittiche di lui trascinato dalla piena. (Questa e' una sua eredita', anche a me e' capitato di perdere ogni raziocinio in preda a visioni catastrofiche con le persone che amo..),
quando brontolavano come Sandra e Raimondo per poi tornare a ridere di una qualche sciocchezza un minuto dopo,
Quando ti rendevi conto che per lei non era mai esistito altro uomo e che non era concepibile potesse esisterne un altro,
Quando era gelosa delle signore che, in negozio,  facevano una corte scherzosa a papa' e lei si infastidiva anche se poi, per orgoglio, non lo faceva vedere,
Quando lo guardava e mi diceva, piano piano, " pero' papa' e ancora proprio un bell'uomo..."
Quando  faceva la dura e quella che sembrava voler spaccare il mondo ma poi non sarebbe stata capace di venire a Milano da sola,
Sono stati una coppia bellissima, con le loro liti i loro abbracci, i loro rituali, i loro silenzi parlati... Si sono amati per quasi cinquant'anni, vivendo in simbiosi, lavorando insieme una vita, avendo progetti insieme, rispettandosi e stimandosi, amandomi e dedicandomi ogni sforzo e sacrificio, hanno costruito mille cose e se anche la mia mamma non sempre era capace di dirtelo a parole esprimeva il suo amore con i mille gesti, con lo spirito di sacrificio, con le piccole attenzioni... Alla fine hanno parlato tanto e anche le parole di amore sono uscite.. Non servivano.. Glie le aveva dette in silenzio per una vita..

mercoledì 7 novembre 2012

La mamma e l'alluvione

In questi giorni non avevo ripensato a quel periodo, soprattutto nei miei pensieri sulla mamma... Ma poi, come sapete, ieri il flash del ricordo ha fatto riaffiorare un ondata di immagini e memorie..
Quelle dell'alluvione sono state giornate assurde, in cui la mia mamma, la donna sempre forte e determinata, quella sempre risolutiva e anche un po' aggressiva ha mostrato un lato debole.. In realtà era molto più fragile di quanto volesse far vedere...
Come dimenticare lo sguardo smarrito, assolutamente sparuto e sgranato di fronte al muro di cinta del giardino posteriore che crollava.... Il suo immobilismo di fronte alla mia reazione da piccola boy scout che riempiva tutti i contenitori possibili di acqua potabile pronta a giorni di assedio e recuperava,con papa', candele, fornelletto a gas e coperte... (Io forse avevo visto troppi film su catastrofi e tragedie ma in quel momento sembravo un ranger della protezione civile)
L'acqua saliva, si sentiva forte il rumore e ascoltare le urla e la radio era angosciante...
In quel momento pero' eravamo tutti e tre insieme, anzi tutti e quattro con ciuffina... Io sentivo il calore e la protezione di quell'unione e ringraziavo che fosse domenica, che io fossi li e non a Milano dove l'angoscia mi avrebbe distrutto...
La mamma era terrorizzata, la ricordo così, spaventata che la casa cedesse, che anche il negozio venisse colpito, che tutto ciò che avevano costruito fosse distrutto...
E' stato per lei un momento durissimo.. E anche dopo, giorni, dopo che l'acqua aveva iniziato a defluire e siamo potuti uscire di casa si guardava intorno scioccata... Come se la città' fosse stata bombardata..
Poi, verificato che il negozio era salvo, abbiamo iniziato a lavorare e a ripulire.. Aveva tanti momenti di commozione quando trovava, distrutti, i miei vestitini di bambina che aveva conservato per anni con amore, aveva momenti di commozione di fronte agli angeli del fango che venivano ad aiutare, e momenti di rabbia quando, in città', noi vestiti con stivali di gomma e fango, incontrava le signore impellicciate che la guardavano strano...
O come dimenticare la furia con cui aggredì una di queste cosiddette signore che si avventava per accaparrarsi qualcosa sui banchetti organizzati dalla parrocchia con abiti per tutti quelli che non avevano più nulla...
Ecco, li era tornata la mia mamma, battagliera e tosta e indignata dalla gentaglia...

Brevi news... E divertenti deliri

Ancora attesa e domani dovremmo sapere qualcosa...

Nel frattempo Obama ha vinto e i suoi slogan "yes, we can! E Forward!" Sono un po' anche miei... Sfide diverse, entrambe difficili, ma entrambi abbiamo uno staff FANTASTICO e dei sostenitori appassionati....


Oddio mi sto facendo prendere dal delirio di onnipotenza... Attenzione: se ne esco qui si rischia che io decida di candidarmi... Del resto se la Santanche' si crede la rappresentante delle casalinghe di Voghera potrei pure avere delle chance!


martedì 6 novembre 2012

ancora il 6 novembre...

Dopo tutte le riflessioni fatte prima sui numeri mi sono resa conto di una cosa pazzesca...
Il 6 novembre ricorre in modo sconcertante e terrificante nella mia vita.
Faccio un giretto su Facebook e trovo un post di un amico con delle foto di uno degli eventi più devastanti vissuti nella mia vita di cui pero' avevo rimosso la memoria della data...
Il 6 novembre 1994 - l'alluvione di Alessandria.
Una giornata sconvolgente in cui abbiamo avuto paura per la nostra incolumita', in cui non sapevamo  nulla della nonna e della zia, in cui abbiamo sentito morire annegati i nostri vicini, in cui abbiamo trascorso una notte alla luce di una candela  ad ascoltare su una radiolina le notizie terrificanti che arrivavano dalle varie zone colpite con persone sui tetti, ragazzi agganciati per ore ai pali della luce, auto trasportate dalla corrente come barchette...



Non so commentare come sia possibile che a volte, nella vita delle persone, ci siano date, proprio quelle su 365 giorni, che diventano date chiave, uniche e particolari...


6, 9 e l'arcano gioco di alcuni numeri..

Oggi e' un anniversario che mi piacerebbe non dover più ricordare negli anni a venire...
Era domenica, un anno fa, ed io mi sentivo sempre più' strana... Debole debolissima tanto che lo sforzo di andare dal divano alla camera da letto per rispondere a mio cognato al telefono mi aveva creato un affanno pazzesco...
Decidiamo allora di andare al pronto soccorso della clinica città studi, li a due passi, giusto per scrupolo, per togliersi quel dubbio di avere qualcosa al cuore..
Ero proprio pallida, mi vesto, saluto velocemente Athos e Alice con una carezzina e Max mi dice: prendo la macchina... Ed io " ma no, e' qui a due passi andiamo a piedi..."
Piano piano arriviamo li, poca gente e subito saturimetro (battito accelerato) e prelievi del sangue e ecg (tutto regolare)
Poi saletta di attesa con il libro... Nessuna paura! Nessun presentimento!
Poi mi chiamano, il dottorino e' pallido più di me, mi dice di stendermi, che non mi devo muovere, che mi devono ricoverare, entra Massimo e noi a dire " ma come? Adesso? Subito?" E loro si assolutamente...
Lastra al torace perché avevo la tosse e poco dopo torna e mi dice non la ricoveriamo qui, la mando nel miglior centro di ematologia che conosco...
Arriva l'ambulanza, Massimo corre a casa a recuperare una valigia con qualcosa (e tornerà' con pigiami suoi perché' le mie camicie da notte erano impresentabili, perizomi e cose un po' a caso.... Non ero affatto organizzata e soprattutto come sempre disordinata), l'infermiera dell'accettazione esce e mi abbraccia..
Arrivo qui, al policlinico e mi accompagnano in questo reparto di cui conoscevo a malapena il nome (ematologia) mi accoglie Angelo, mi sistema, mi dice "tranquilla ora pensiamo noi a te" mi fa di nuovo i prelievi e mi dice di mettermi a letto.. Nel frattempo e' arrivato Max, e me lo vedo con il camice, la mascherina, la cuffia sui capelli, le soprascarpe ed entrambi questo sguardo smarrito, attonito, incredulo....
Era il 6 e mi assegnarono il letto 9b, oggi e' il 6 e sono nel letto 9b del centro trapianti, esattamente un piano sopra... (Quando una fa carriera!)
Il 6 e il 9, numeri strani se li giri li confondi.... Uno si mischia all'altro... E non so che significato abbiano... Nella numerologia sono numeri molto positivi , numeri perfetti, numeri legati all'armonia...
Bho... Per ora rappresentano una strana costante e spero che alla finela riportino veramente l'armonia nel mio corpo e nella nostra vita...

Le passeggiate al dazio

La vita della mia famiglia e' stata segnata dagli animali e i momenti in cui io e la mamma abbiamo piu' parlato, più condiviso i nostri pensieri sono stati quelli in cui andavamo a spasso con qualcuno dei nostri animali... Prima quelli di famiglia,  Ciuffina soprattutto, e poi Athos e Alice. Spesso andavamo in un bel posto vicino ad Alessandria chiamato il Dazio dove passeggiavamo a lungo e parlavamo, parlavamo senza filtri e senza certe tensioni che spesso hanno segnato le nostre conversazioni...
Si parlava dei miei sogni, del futuro e lei spesso era preoccupata...
Mi voleva felice, sognava dei nipoti e forse un certo futuro... Non le ho dato nulla di tutto questo ma in quei momenti tutto sembrava ancora realizzabile.. Si parlava e poi di colpo uno dei nostri cani ne combinava qualcuna e tutto il discorso serio si bloccava tra le risate per un cane impanato nel fango di una pozzanghera, di un altro che tornava con un tronco gigante in bocca di un altro ancora che dovevi cercare di recuperare perche' lanciato all'inseguimento di qualche animale su e giu' per le colline,  o quello che si piantava in mezzo al sentiero e decideva di volersi riposare e non c'era piu modo di smuoverla.
Tornavamo a casa con il cane da lavare o da punire, stanche, inzaccherate generalmente ma felici di essere state insieme... Erano delle belle passeggiate..

lunedì 5 novembre 2012

La sera di natale, continua la serie di ricordi

Per mia mamma Natale ha sempre avuto un sapore speciale... Ci teneva tantissimo. Poteva essere distrutta dal lavoro ma quel momento valeva per lei le fatiche di un anno... Ci sono stati essenzialmente tre rituali diversi nella vita della mia famiglia e tutti racchiudono mille ricordi..

Il primo era di quando ero piccola piccola e, rispettosa delle piu classiche tradizioni, il Natale si festeggiava la mattina perche' nella notte era arrivato Babbo Natale... Che emozioni pazzesche.. Ero ancora piccola ma ricordo che spuntavo a piedi nudi in camera dei miei e volevo che andassimo insieme a vedere se era venuto rigorosamente tenendoci per mano perché' ero troppo agitata per fare da sola...

Il secondo rappresenta la parte piu lunga della vita dei Natali della mia famiglia..
Si lavorava in negozio fino a tardi, almeno fino alle otto e mezzo... .la mamma e papa' sempre piu' stanchi, con i classici clienti dell'ultimo minuto che non avevano comprato nulla e pretendevano di fare tutti i regali il 24 sera (che tristezza)
Poi papa' si avviava a casa carico di salatini e pasticcini, per dare da mangiare a tutti gli animali della nostra mandria, apparecchiare e preparare qualcosa...
Poi si andava a prendere i nonni, la nonna e la zia e lo zio... Si aprivano pasticcini e i salatini.. E iniziava il rituale dei pacchettini...
La mia mamma adorava i pacchettini...
Pur lavorando come una pazza riusciva sempre a creare pacchettini per tutti con cose belle, con piccole sciocchezze, con un libro, con un gioco, con un regalo importante, di valore ma spesso sopratutto di cuore.. E con questa sua mania contagiava anche Papa' e me (operazione facile, e' sempre stata una deformazione familiare anche se la professionista era lei).. Ed era bello e non mancavano mai i regali per gli animali che poi finivano regolarmente addobbati come alberi di natale con fiocchi e fiocchetti brillosi. Voleva il realo serio, quello spiritoso, quello pensato tanto e quello estemporaneo...
La festa durava fino all'ultimo pacchetto e poi si assaltavano i pasticcini (del resto la passione per le bignole alla panna sovrastava ogni cosa) e poi tutti a nanna per prepararsi al pranzo dalla zia il giorno dopo...

Il terzo ciclo natalizio e' iniziato quando papa' e mamma sono andati in pensione e abbiamo iniziato a festeggiare il natale in campagna da me e Max.
Da quel momento il momento regali si e' spostato alla mattina di Natale.. Come era bella la mia mamma che arrivava carica di sacchetti e sacchettini e quella luce negli occhi come i bambini che hanno impacchettato una cosa preziosa..

E poi il momento piu bello veniva con Athos e Alice (i nostri amati, amatissimi cagnoloni che non vedo da tanto tempo) ovviamente esisteva un sacchetto di pacchetti tutti per loro e ogni anno avveniva la stessa scena.. I miei non riuscivano a raggiungere la porta di casa, Athos e Alice individuavano il loro sacchetto e i miei cercavano quindi di trascinarsi verso casa  con i cani (per chi non li conosce ricordo che pesano circa 30 kg ciascuno) appesi ai sacchetti, direi più che altro  letteralmente infilati dento il loro sacchetto fino a che non riuscivano ad impadronirsi di almeno un pacchetto ed aprirlo... In quei momenti mia madre riusciva a dar il meglio di se... Li eccitava,  rideva come una pazza, e si divertiva come una matta... E' uno di quei ricordi dolci che non dimentichero' mai...

domenica 4 novembre 2012

La mia mamma e il cibo...

La  mia mamma era la persona piu golosa che io abbia mai conosciuto. Graziata fin dalla gioventu' da un fisico asciutto ( il suo abito di nozze che tanto adoravo mi e' entrato fino agli otto anni - credo fosse una 38 scarsissima) si era ammorbita un po negli ultimi anni ma senza mai avere veri problemi.
Il suo vero handicap erano i dolci..
Di fronte a un vassoio di pasticcini alla panna si trasformava completamente e da quella donna seria e un po austera, sempre pronta alla battuta tagliente che era abitualmente, diventava una bambina capricciosa con le stelline negli occhi ed il sorriso a trentadue denti solo per l'entusiasmo della scelta del pasticcino giusto.. E poi c'era sempre l'ultimo.... Ah si questo e' proprio l'ultimo, poi basta e questa  frase, ripetuta almeno dieci volte, veniva, negli ultimi anni, anche inframmezzata da " bhe intanto prendo anche la pastiglia per il colesterolo... "
Per il resto non era affatto una mangiona.. Ma i dolci... Era veramente uno spettacolo..
A Berlino me la perdevo sempre per strada di fronte alle vetrine di quelle pasticcerie con torte alte venti centimetri e piene di crema al burro... E che gioia, a pranzo la sua scelta del dolce dal nome piu assurdo ma che lei, da studiosa di tedesco, pretendeva di essere anche in grado di tradurre...

A berlino aveva scoperto anche un'altra passione moderna...
Da brava italiana era sempre stata fedele al classico caffe ristretto ma poi l'ho portata da Starbucks, inizialmente diffidente ma sempre curiosa di sperimentare la convinco a provare una delle mie porcate preferite: il caramel cappuccino... Anche li un'illuminazione! Da allora solo starbucks e solo caramel capuccino (anche quattro volte al giorno) che, per chi conosce la catena, ben sa' non avere minimamente la dose di un normale capuccino all'italiana ma piu quella di un tazzone da colazione gigante anche nella versione piu piccola.  La cosa piu divertente era l'ordinazione. Perche la mia mamma parlava bene tedesco ma da brava secchiona formulava frasi complete e perfette. Finche entravamo in negozi tedeschi veri e propri nessun problema, se la cavava alla grande ma da Starbucks, dove, anche a Berlino, son piu americani nell'animo che tedeschi, era un disastro. Non la capivano, lei non li capiva perche' questi, vedendola come una straniera le rispondevano in inglese, non voleva che mi avvicinassi in aiuto e le scenette degeneravano perche' lei si arrabbiava moltissimo...
Alla fine si rassegnava e a gesti e indicazioni sul menu con il dito riusciva a farsi capire ma tornava al tavolo mortificata e furente... Ma poi bastava un sorso di caramel cappuccino...

L'ultimo ricordo bello, felice,  che ho di lei risale a fine agosto... Aveva tanto mal di schiena, si ostinava a pensare che fosse un qualche stiramento o problema articolare e anche noi negavamo l'evidenza (la paura gioca scherzi proprio brutti). Pochi giorni dopo in realta' saremmo andati in ospedale e da li sarebbe iniziato l'incubo della malattia...
Ma torniamo ai ricordi belli. Quell'estate eravamo andati in vacanza in Scozia e, subito dopo qualche giorno a Venezia per la Biennale. Tornati nella nostra bella campagna la mamma dice di sentirsela di venire su pur con i dolori alla schiena.
Decido, per festeggiare, di farle provare un dolcetto tipico delle colazioni inglesi ma che non sapevo se avrebbe apprezzato... I pancakes...
Apparecchiamo fuori, all'ombra, con una bella tovaglietta di lino vecchio, i piattini carini,  le tazze, la moka e  il the ed i pancakes fatti al momento e serviti con sciroppo d'acero, marmellate varie..

Non stava tanto bene, era pallida e si vedeva che aveva male ma li ha proprio goduti e per me questa rimane l'immagine con cui voglio ricordare la mia mamma, nel verde, lontana da quel brutto letto di ospedale, lontata da tutto quello che e ' successo poi, felice solo di gustare una cosa nuova, mai mangiata e che la ingolosiva.. Lo sguardo di papa' gia' diceva tante cose (amore profondo, paura inespressa, preoccupazione non dichiarata, dolcezza di cinquant'anni di amore insieme)

sabato 3 novembre 2012

Ricordi di mamma

Cos'e' una mamma? Una mamma e' mille cose insieme, e' colei che ti ama anche se non te lo dice mai, e' colei che ti controlla i compiti anche se e' stanca morta, e' colei che si preoccupa di farti andare alle prime festicciole anche se tu sei timida e non vorresti e lei ti obbliga, e' colei che ti viene a prendere ogni giorno a scuola e vuole sapere tutto, ma proprio tutto della tua mattinata, e' colei che ti cura come se fossi piccolina a qualunque eta', e colei che ti aspetta alzata la notte e poi magari si mette a letto quando finalmente vede le luci dell'auto dell'incosciente (così pensa lei) con cui, solo perché' ti vuole bene, ti ha mandato in discoteca il sabato sera a sedici anni, e' colei che ti porta dal ginecologo quando capisce che forse stai iniziando a pensare a fare l'amore con il tuo ragazzo, e' colei che quando già grande, teoricamente donna emancipata e autonoma, ti lasci dopo tanti anni con il ragazzo con cui stai, la prima cosa che pensa insieme a papa' e' : "non preoccuparti ora ci siamo noi e troviamo una bella casetta per te"
Una mamma e' colei che ti cura da piccola e ti cura da grande e che non smette mai di pensare a te come alla sua piccola bambina e forse e' per questo che e' ancora piu' sconvolgente quando, a un certo punto della vita, da figlia ti trovi a dover accudire la tua mamma come se fosse la tua bambina....
Sia chiaro tanto di questo in realtà' e' fatto da mamma e papa' insieme ma, come nasconderselo, su certe cose e' la mamma a tirarne le fila.
Quando ebbi la varicella, ero piccolina, forse otto anni, mia madre passava le notti a fianco a me a cospargermi di talco mentolato per evitare che mi grattassi e mi togliessi le famigerate crosticine, e non dimenticherò' mai il suo sguardo di amore acuito forse dal trasporto emotivo che provava per una vicenda che si svolgeva in tutta la sua drammaticità' proprio in quelle notti: il famoso fatto del bambino di Vermicino caduto nel pozzo artesiano...

Anni dopo, ero grande, già' laureata, e lavoravo, mi presi una strana infezione con febbre a quaranta. Non ci penso' un attimo.  In fondo convivevo ed ero ben più che maggiorenne, ma lei e papa' vennero su a Milano, mi presero, e mi portarono a casa e mi accudirono con lo stesso approccio di quando ero piccola... Tanto poi da prendersi anche lei la stessa strana  infezione dopo che io guarii..
Mi dispiace solo di non aver potuto fare,quando si ammalo', quello che lei ha fatto per me per tutto il tempo necessario.. Era difficile, avevo paura, e non sempre all'altezza,  e poi mi sono anche ammalata... Proprio figlia fino alla fine!

venerdì 2 novembre 2012

Qualche aggiornamento e un'invasione di ricordi e una ricettina

In questi giorni dedicati alla mia mamma, alla ricerca di quei ricordi sepolti nel profondo del cuore e della mente lascio poco spazio agli aggiornamenti del bollettino medico...
Anche perche' in buona sostanza non ce ne sono!
I globuli bianchi sono sempre gli stessi da giorni, la febbre per fortuna non c'e' e il resto procede in quel percorso di attesa di cui si e' gia' detto piu volte...
E quindi solo un regalo culinario in una giornata in cui ognuno di noi ricorda chi non c'e' piu e regala un pensiero a quegli affetti persi negli anni...
Prendo spunto da un post di un'amica che mi ha tanto commosso e fatto pensare a quanti ho gia' perso per strada, tutti cari ciascuno per un motivo... Alcuni morti vecchi vecchi, quando e' giusto che la vita cambi e alcuni persi giovani in modo scioccante e doloroso ancora di piu..
La bisnonna Michina che mi spaventava tanto quando ero piccola tutta vestita di nero, Bina e Palmira, due vecchine da cui mi portava la nonna e che ricordo piu' che altro per il profumo di bucce di mandarino bruciate, il nonno Arturo, di cui ricordo solo l'andare in bici con il Cicio, lo zio Giovanni, sordo e casinista,  il nonno Armando con cui invece ne ho combinate mille ed era il mio compagno di sventure e marachelle, la nonna Lina, il maresciallo con i capelli azzurrini, la mamma delo zio Alberto con i suoi duemila centrini all'uncinetto, Denny, un collega conosciuto per pochi mesi e che si tolse la vita, una ferita che rimarra' sempre in un angolo del cuore,  Massimo, un grande capo, un amico ed una persona che mi manchera' sempre, Gianmaria, troppi pezzi di vita e di gioventu', la nonna di Alberto sempre elegante e con quel sorriso ironico di quella che aveva sempre capito tutto, la nonna di Siro con i suoi modi affettuosi e quell'abbraccio speciale che si dava con Siro, lui alto alto e lei cosi piccina, e poi Gaia, fugace conoscenza di questo mondo surreale dell'ospedale e quelli che non c'erano gia' piu, che non ho mai conosciuto ma che sento in qualche modo vicini come Alessandro Cevenini e Laura Coviello che vivo attraverso i loro sogni e le persone che li portano avanti e poi, ovviamente la mia mamma con la sua presenza che sento costante, qui, a fianco a me... Avro' dimenticato mille persone ma questo e' un minuscolo omaggio ad alcune che amavano molto questo piatto della tradizione...

Il classico piatto di ognissanti delle mie parti, una minestra buonissima, che scalda il cuore e lo stomaco..

INGREDIENTI
500 gr di ceci secchi (tenuti ammolo per 12-24 ore)
1 cipolla grossa
2 spicchi di aglio
Qualche foglia di salvia
3 costine o puntine di maiale
Grana
Olio
Sale
PRODEDIMENTO
Mettere in una piccola pentola i ceci ammollati, la cipolla tagliata fine, l’aglio schiacciato, la salvia. Ricoprire il tutto con acqua fredda, non troppa però, perché la zuppa deve risultare molto densa: se sarà necessario, si aggiungerà un po’ di acqua durante la cottura. Mescolare gli ingredienti, porre la pentola al fuoco e far cuocere dolcemente la zuppa. Nel frattempo bollire, a parte, per circa 10’, le costine. Quando avranno rilasciato gran parte del loro grasso, sgocciolarle, e unirle alla zuppa, regolare di sale e pepe e far cuocere il tutto 3 ore a fuoco basso, fino a quando i ceci risulteranno morbidissimi, la polpa delle costine si sarà staccata dall’osso.. Al termine della cottura, schiacciare con il mestolo una parte dei ceci, in modo che la zuppa diventi ancora più cremosa e servire con abbondante grana grattugiato, olio e pepe. A piacere aggiungere maltagliati all'uovo freschi



La mia mamma sempre pronta a raccogliere randagi...

Un'altra delle caratteristiche tipiche della mia mamma era la sua passione per cani e gatti e animali in genere. Soprattutto se randagi, malconci e sofferenti...
Una delle sue grandi passioni e' stato Piccolo, una specie di silurotto biancastro con orecchie da simil pastore tedesco color nocciola e occhi buoni ma con un fondo di follia...
Lo aveva trovato lei, disperso in piazza d'armi, questo enorme campo verde al di la del viale di tigli di casa nostra, e non ricordo se fosse anche ferito.. Ero piccola e fatico a ricordare per quanto tempo gli dovette dare la caccia prima di riuscire a portarlo a casa.
Quello e' stato veramente il suo cane!  All'epoca il nostro zoo comprendeva già Bibo, un elegante similbrachetto nel fiore degli anni, preso dai miei prima della mia nascita e pochi giorni dopo il loro matrimonio, adorato da mio padre e da mio nonno come il nipote maschio... Un cane quasi nobile pur se non di razza "purissima" ( ma lui si sentiva molto lord).
Piccolo era oggettivamente bruttino, non aveva il punto vita e sopratutto era pazzo da legare nonché epilettico ed assolutamente terrorizzato da temporali e botti.
In sequenza ha disfatto, fino a trasformarla in un cumulo di trucioli, un intera porta, tranciato di netto il tendine sia a mio nonno che a mio padre, e devastato un numero non ben precisato di cose (la maggioranza credo che la mamma le abbia fatte sparire senza che nessuno ne vedesse le tracce).
 Poi sapeva essere iper affettuoso e correva come un pazzo a riempirti di baci, sopratutto dopo aver avuto una crisi... Lo sguardo più dolce, innamorato e comprensivo che io abbia mai visto negli occhi di mia mamma era per lui... Il suo piccolo sfortunato..
Nel frattempo, a peggiorare la situazione, la sottoscritta si innamoro' di un'altra derelitta, di nome Ciuffina, ultima e anche lei la piu' brutta di una cucciolata nata da non si sa' bene da chi nel cortile del carrozziere Gianni...
La mamma ovviamente, dopo aver sistemato tutti gli altri della cucciolata in famiglie degne, ha preso per noi questo terzo membro canino che pero',appena superata la fase della puberta', ebbe il potere di rompere per sempre i precari equilibri di tolleranza tra Bibo e Piccolo. Da li faticossissimi anni di attente separazioni canine: apri questa porta, chiudi quell'altra, attenta che entra Bibo, etc etc..
Piccolo alla fine non visse tanto a lungo ma credo abbia avuto la padrona (o forse la mamma)più  amorevole e attenta che mai avrebbe potuto sperare e ora mi diverto a pensare che la mia mamma in cielo abbia ritrovato tutti i cani che ha profondamente amato, per i quali ha fatto cose impensabili, speso cifre inenarrabili per curarli anche quando in realtà' questo rappresentava un sacrificio e se li stia coccolando tutti..


giovedì 1 novembre 2012

Ricordi della mia mamma ad un anno dall'addio

Oggi e' il primo novembre e vorrei,  da oggi fino al 24 novembre, fare un regalo alla mia mamma.. Il 24 novembre infatti sara' l'anniversario della sua morte ed io mi sono resa conto di come poco sia riuscita a dedicarmi a lei in questo anno con l'intensita' dei pensieri e delle emozioni che avrei desiderato.
E' stato un anno di lotta, di sguardo verso il futuro, di necessita' di combattere per un domani. La lotta non e' affatto finita, anzi, ma nel frattempo novembre sara' un po' dedicato a lei.. E a me, per potermi fermare su dei ricordi della nostra vita..
Un post al giorno, un ricordo al giorno...
Fino ad ora le ho solo chiesto! Chiesto di essere il mio angelo custode, di proteggermi, di darsi da fare per la mia guarigione..
La cosa triste e' che ho dovuto scavare dentro di me, come se avessi archiviato certi ricordi in fondo infondo, la mia mamma era una grande lavoratrice, una persona severa soprattutto con se stessa, che mi ha dato disciplina, regole ma della quale ho pochi ricordi di gioco da bambina. Ne ho tanti dei suoi gesti di affetto, spesso burberi ma sempre pieni di amore, ma pochi di classico divertimento da bambini..
Uno pero' non lo dimentichero' mai. La mia mamma era una donna buffa, bella a modo suo, con un bel fisico, e a me da ragazzina ricordava tantissimo Monica Vitti.
Eravamo al mare da mia zia dove io trascorrevo tutte le estati, specialmente il mese di luglio, e lei ci raggiungeva regolarmente per qualche giorno...
Io ero alle mie prime esperienze con l'acqua, ero piccola e un po' fifona e partivo armata di braccioli... La mia mamma non sapeva nuotare, e aveva anche un sacro terrore dell'acqua, ma per seguirmi e per farmi coraggio decise di bardarsi di tuttto punto con braccioli, salvagente e pure le pinne... Si ribalto' in un metro d'acqua e rischio' un principio di annegamento mentre io ridevo come una cretina pensando stesse scherzando! Povera mamma che spavento si prese.... Da allora il massimo di vicinanza al mare fatto insieme e che ricordo con più gioia era il gioco di prendere le onde.
Appena c'era un po' di mareggiata ci mettevamo a bordo spiaggia mano nella mano, strette strette a saltare le onde, a riempirci di schizzi, e a ridere ma ben salde a terra, al massimo con qualche scivolone sulla spiaggia e cadute a gambe all'aria per un onda troppo forte...